Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ha scoperto il Covid a Vo’ E’ Veneziano dell’anno
Fu lui, nella notte tra il 20 e il 21 febbraio scorso, ad azzardare l’ipotesi che quella strana polmonite che aveva colpito un pensionato di Vo’ potesse essere proprio il virus arrivato dalla Cina. Oggi, dopo aver contribuito alla rapida reazione del sistema sanitario veneto alla pandemia, il giovane medico Jacopo Monticelli sarà premiato Veneziano dell’Anno. E’ la decisione dell’Associazione Settemari che dal 1978 conferisce ad una personalità della città lagunare il riconoscimento, da intendersi in questo caso allargato «agli operatori della sanità tutti, prodigatisi in prima linea, spesso fino al martirio, per il soccorso ai malati e il contenimento dell’epidemia». Medico, 34 anni di Mestre, diplomato al Franchetti, scout presso il Duomo prima di diventare studente di medicina a Padova e Verona e poi infettivologo, Monticelli riceverà il premio presso le Sale Apollinee della Fenice a gennaio, a quasi un anno da quel 20 febbraio. Quella notte si rese conto mentre era in servizio a Schiavonia che nessun test riusciva a rilevare il virus nel corpo di Adriano Trevisan, che sarebbe divenuto la prima vittima italiana del Covid. Una scelta importante, compiuta quella sera in completa solitudine: «Fino ad ottobre scorso sono stato consulente a Schiavonia per le infezioni intraospedaliere e la lotta all’antibiotico resistenza, ero quindi l’unico infettivologo dell’ospedale — racconta —. Mai come in questa esperienza ho capito quanto sia importante lavorare in squadra con persone di cui ti fidi». Oggi è divenuto medico ospedaliero nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Maggiore di Trieste, dove il covid continua a imperversare. «Quello che mi colpì furono i sintomi: nausea, vomito, diarrea erano i primi ad emergere in quegli anziani di Vo’, mentre nell’esperienza cinese erano descritti come sintomi minoritari. Questo continua per noi a rappresentare un campanello d’allarme». (m. p. s.)