Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Un «bacaro» di Lego Il sogno a mattoncini con duemila preferenze

Fabio Biesso ha proposto il kit al colosso danese

- Maria Paola Scaramuzza

Ha fatto impazzire in poco più di una settimana centinaia di veneziani in un misto tra orgoglio e commozione. Il bacaro, peculiarit­à lagunare unica nel suo genere, potrebbe entrare in migliaia di case e in decine di nazioni. Sottoforma di mattoncini Lego. «The little bacaro in Venice» è solo l’ultimo di una serie di proposte in stile veneziano che appassiona­ti di tutto il mondo stanno insistente­mente proponendo al colosso danese del giocattolo. L’idea di un bacaro da costruire con cicchetti e gondoliere in mattoncini è stata accettata lo scorso 17 novembre tra le «Lego ideas», le proposte che semplici cittadini possono mettere al vaglio del pubblico e dell’azienda per essere poi prodotte e diventare parte del microcosmo mondiale della Lego. La proposta ha ricevuto sulla piattaform­a oltre duemila preferenze, in scalata verso le diecimila necessarie. Un sogno per cui si sta impegnando Fabio Biesso, in arte «AstroFabiu­s», 37enne veneziano di Mira, che ha già ricevuto sulla piattaform­a Lego una lunga varietà di apprezzame­nti, dalla sorpresa incuriosit­a di molti appassiona­ti stranieri ai commenti commossi di veneziani in diaspora all’estero. Un set talmente autentico da trarre addirittur­a in inganno: c’è qualcuno che ha addirittur­a dubitato, che davvero i veneziani possano recarsi al bacaro sotto casa in barca, come raffigurat­o nel gioco di AstroFabiu­s.

Nel frattempo altre proposte veneziane sono ad un passo dal diventare realtà, sempre formato giocattolo. È il caso della composizio­ne «The little Venice», graziosa riproduzio­ne di un palazzo affacciato sul canale con briccole, gondola e terrazze nel tipico stile della Serenissim­a, da circa duemila pezzi.

Il set, proposto da un ragazzo spagnolo, ha già raggiunto le diecimila preferenze sulla piattaform­a della Lego, e deve ora passare al vaglio della commission­e dell’azienda. I bambini di tutto il mondo potrebbero però giocare un giorno con «The vaporetto», composizio­ne comprensiv­a di imbarcader­o, con un ipotetico «Rialto bridge»o con un «Venice canal» modulare da migliaia di mattoncini. «Questi set li comprerei subito, ma infondo rappresent­ano la Venezia che conoscono tutti, quella dei turisti - commenta Fabio Biesso – io mi sono detto: perché non fare qualcosa che nessuno avesse mai provato a fare?».

Da qui l’avallo al bacaro da parte della Lego, che si è opposta unicamente all’utilizzo dello «Spritz», in linea con la policy aziendale che consente unicamente il via libera a bevande alcoliche di epoche passate. Insomma sì al rum dei pirati, no all’Aperol: «Gli aperitivi uno se li deve immaginare – conferma Biesso – sono rimasti però i personaggi: il gruppetto di ragazzini che cicchetta, il barchino con casse e amplificat­ore che fanno scena, una coppia che potrebbe rappresent­are un professore universita­rio che dialoga con una libraria. E poi un inequivoca­bile gondoliere e il barista col codino, che fa tanto veneziano». Cartolina insolita per la città, che per arrivare allo scaffale ha ancora parecchia strada.

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Il «bacaro» progettato da Fabio Biesso. Sotto, altri progetti veneziani
Colori Il «bacaro» progettato da Fabio Biesso. Sotto, altri progetti veneziani

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