Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Pandemia, società: la sfida del futuro»
La crisi, l’economia, i cattolici: dialogo al Festival della dottrina sociale della Chiesa
VERONA Pandemia, economia, disuguaglianze, ambiente. Ecco alcuni dei temi trattati al Festival della Dottrina Sociale da monsignor Nunzio Galantino intervistato da Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto.
VERONA Pandemia, economia, lavoro, disuguaglianze, ma anche impegno in politica e ambiente. Sono solo alcuni dei temi che sono stati trattati domenica, in occasione del grande finale del Festival nazionale della Dottrina Sociale. In diretta streaming dalla Gran Guardia di Verona c’erano monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) e Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto, che insieme hanno dato vita a un botta e risposta analitico e articolato, per tirare le somme di questa decima edizione dal titolo “Memoria del futuro”. «Quest’espressione è soprattutto un invito a prendere coscienza che noi facciamo parte di una storia – ha esordito monsignor Galantino - che abbiamo delle radici e un passato che ci appartiene. Solo accogliendo questo passato senza lasciarci intrappolare, possiamo proiettarci in avanti. Però, oltre al passato e al futuro, esiste il presente che ci aiuta a valorizzare il passato e a mettere le basi per un futuro consistente, reale, capace di aprirci a progettualità nuove».
Un presente che funge da trampolino di lancio e da cui dipende la traiettoria di domani, perché « il futuro non è astratto, ma ha degli obiettivi precisi - sottolinea -. Il primo obiettivo è il bene comune, che non è la somma dei beni di ognuno di noi, ma è qualcosa di nuovo, di inedito, per il quale bisogna prepararsi». «Come ci si prepara » è stata la tag apripista ai più svariati capitoli aperti dal direttore Russello. Prima fra tutti i cambiamenti sociali durante la pandemia, che ha tolto fisicità, momenti d’incontro e presenza, anche nella vita stessa della Chiesa («che è ecclesia, comunità») dando al contempo più occasioni di meditazione e raccoglimento (ovviamente solo a chi è in grado di coglierli). Tema seguito da una riflessione sull’ambiente, inteso come «rispetto per il creato con una nuova coscienza ambientale» che sarà al centro delle prossime Settimane sociali della Cei a Taranto, nel 2021, e di cui parlava già cinque anni fa Papa Francesco, nella sua seconda enciclica Laudato Si’. Aggiunge Galantino: «Il concetto di ecologia integrata si potrebbe riassumere così: tutto ciò che facciamo di bello per la terra, lo facciamo anche per noi». Tra il dire e il fare, c’è di mezzo un mare di motivazioni, le uniche in grado di contagiare davvero le azioni altrui e a fare la differenza. Perché alla Chiesa spetta anche il compito di essere voce profetica ed è qui che s’infittiscono le domande del direttore Russello: «La voce più critica» rispetto alle storture di un’economia che «a porte girevoli» crea diseguaglianze «tra un mondo di sopra e un mondo di sotto» è quella di Papa Francesco», spiega. Se il gotha dell’economia ascolti attentamente o meno le parole del pontefice è difficile da dire - riflette Galantino - certo è che la forbice tra ricchi e poveri è aumentata «per colpa di uno strabismo connaturato al sistema, dove al centro non c’è il bene di tutti, dove la globalizzazione allontana invece di avvicinare e in cui si perdono di vista gli ultimi». Interpellato da Russello Galantino riflette anche sul tema dei cattolici in politica. «Devono tornare a cercarsi - dice - mettendo a frutto il proprio patrimonio di valori».
Il dialogo si sposta anche sul tema della gestione dei beni del Vaticano, dopo lo «scandalo» su cui proprio papa Francesco ha aperto il faro della ricerca della verità. Russello cita una considerazione dell’arcivescovo di Modena Erio Castellucci secondo cui «l’avidità va condannata, ma prendersi cura degli ultimi non significa buttare alle ortiche il patrimonio ecclesiastico. Un’eredità utilizzata bene vale più di un buon corso di esercizi spirituali». «Il Papa non si sta accontentando soltanto di capire di chi sono le responsabilità - risponde Galantino - bensì ha messo in moto un lavoro di ricostruzione delle procedure amministrative per rendere sempre più sicuro quanto i fedeli affidano alla chiesa». Certo tutto ciò che è accaduto ha creato disagio nella Chiesa. «Ma questo non deve solo abbatterci, deve invece chiedere a chi, come me, ha delle responsabilità, a spendersi sempre di più sulla via della trasparenza, della chiarezza nell’amministrare i beni». Pensando al Natale alle porte «c’è chi associa il Natale ai pranzi, alle cene, ai festoni e panettoni – conclude il monsignore – mi auguro che quest’anno torni a essere presente il festeggiato, Cristo sceso sulla terra per rendere migliore questo mondo. Meno sciacalli e più persone attente agli altri: questo è ciò che chiedo al Natale». Al termine della conversazione ha preso la parola Adriano Tomba, segretario generale della Fondazione Cattolica, che ha ricordato la figura e la visione di monsignor Adriano Vincenzi, ideatore e anima del Festival della Dottrina sociale della Chiesa.