Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Crisanti re dello share Viola la più coerente Pagelle agli scienziati

«Reputation Science», nove mesi di parole

- Di Michela Nicolussi Moro

VENEZIA Il re dello share, da giugno a novembre, è il professor Andrea Crisanti, direttore della Microbiolo­gia di Padova e onnipresen­te «papà» dei tamponi, che si assesta tra il 18% e il 20%, seguito da Walter Ricciardi, rappresent­ante dell’Italia nell’Oms e consulente del governo per l’emergenza coronaviru­s, fermo tra il 14% e il 15% di «ascolti». Solo penultima Ilaria Capua, la scienziata partita dall’Istituto Zooprofila­ttico delle Venezie e ora a capo dell’«One Health Center of Excellence» dell’Università della Florida, crollata nello share tra il 4% e il 5%. Emerge dall’indagine svolta da «Reputation Science», partecipat­a di Community che si avvale di cento tra esperti di comunicazi­one, ingegneri, analisti e consulenti di crisis management e che ha analizzato le dichiarazi­oni in materia di Covid-19 rilasciate da virologi, medici ed esperti con grande visibilità sul web dal primo febbraio al 20 novembre. Oltre ai volti noti citati, ci sono i veneti Giorgio Palù e Antonella Viola e altri «big» come Roberto Burioni, Alberto Zangrillo, Massimo Galli, Franco Locatelli, Matteo Bassetti e Fabrizio Pregliasco.

L’analisi ha rilevato un doppio livello di incoerenza nei messaggi lanciati dagli scienziati. «Non solo molti hanno cambiato approccio nei vari mesi — si legge nel dossier — ma in generale si è assistito a una forte divergenza tra le opinioni riguardo la gravità della pandemia e la severità delle misure di contenimen­to». E allora se dallo share si passa all’indice di coerenza, Crisanti, Capua e Palù scendono al 3%, mentre Viola sale al 7%. Al vertice della classifica Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, e Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, entrambi al 9%. Sull’immunologa padovana Antonella Viola dice il report: «Si è fatta notare soprattutt­o nella seconda ondata della pandemia, per il suo orientamen­to non sempre concorde con le misure decise dal governo. In particolar­e ha criticato il coprifuoco e la chiusura alle 18 di bar e ristoranti, mettendo in guardia su quelli che sono davvero i luoghi di contagio, cioè i contesti familiari » . Crisanti, « profilo spesso polemico, prima si è scagliato contro le folle nelle città e poi ha criticato aspramente il governo per aver introdotto sanzioni per chi non indossa la mascherina all’aperto. Ha ipotizzato un lockdown a Natale, ma è con la frase: il vaccino senza dati non lo farei, che ha scatenato migliaia di reazioni e le critiche (anche) dei colleghi». La Capua sconta l’errore iniziale di aver accostato il Covid19 a « una normale influenza», mentre Palù «partito mettendo in guardia contro i rischi del virus, in agosto ha affermato che fosse in fase di discesa, a settembre ha rilanciato l’idea che sia stato creato in laboratori­o e poi ha minimizzat­o sulla sua letalità».

«Dai dati emerge come il flusso di comunicazi­one innescato dagli esperti sia stato eccessivo e incoerente — dice Auro Palomba, presidente di « Reputation Science » —. Stiamo vivendo un momento di forte incertezza e ora più che mai è necessario comprender­e il peso che singole parole e messaggi possono avere sulla percezione e sui livelli di ansia delle persone». Un richiamo all’ordine che non mancherà di scatenare reazioni.

Nel frattempo il Veneto registra altri 2060 casi (per un totale di 146.777), meno dei 2559 di domenica, ma ciò che preoccupa sono i ricoveri, saliti a quota 2994. Sono 2661 in Malattie infettive e Pneumologi­a (+56) e 333 (-3) in Terapia intensiva, parametro quest’ultimo che si avvicina i 356 degenti rilevati durante il picco del 29 marzo. Tanti anche i decessi, 86, che portano il triste computo a 3781.

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Il dossier Eccessivo il flusso di notizie sul Covid innescato da medici, virologi e ricercator­i, spesso in contrasto tra loro

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