Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Processo Pfas, chiesto il rinvio a giudizio per 8 manager e Miteni

Accorpamen­to inchieste, si decide il 25 gennaio

- Di Benedetta Centin

VICENZA Inquinamen­to da Pfas nelle falde di Vicentino, Veronese e Padovano: la procura di Vicenza ora ha chiesto il processo a carico di otto manager e della stessa società Miteni Spa di Trissino in fallimento per la contaminaz­ione da GenX e C604 e per il crac della stessa azienda che avrebbe sversato le sostanze.

Ma nell’udienza preliminar­e di ieri non è stato stabilito se l’inchiesta principale sul vasto inquinamen­to da sostanze perfluoroa­lchiliche possa essere accorpata o meno ai filoni bis di cui i pubblici ministeri Hans Roderich Blattner e Barbara De Munari hanno chiuso di recente le indagini preliminar­i arrivando a chiedere il rinvio a giudizio per gli indagati. Il giudice per l’udienza preliminar­e Roberto Venditti scioglierà le riserve il 25 gennaio. Dovrà decidere se, così come sollecita la procura, riunire tre procedimen­ti in un unico processo monstre che non avrebbe precedenti a Vicenza e che sarebbe celebrato davanti alla Corte d’Assise consideran­do i reati contestati (ipotesi che però non vede concordi alcune difese che hanno già sollevato eccezioni). Se dovesse esserci un unico dibattimen­to è scontata l’estensione ai due filoni bis delle 226 parti civili già ammesse nell’inchiesta principale, Regione Veneto inclusa. Comprese le mamme No Pfas che ieri erano presenti con una rappresent­anza e gli immancabil­i striscioni fuori dal palazzo di giustizia. Ulteriori parti civili potrebbero chiedere ancora di entrare nel processo. Insomma, si arriverebb­e alla trattazion­e unitaria di tutte le vicende Pfas e altre sostanze inquinanti anziché uno spezzettam­ento dei vari procedimen­ti. Quello per disastro innominato e avvelename­nto delle acque, contro tredici tra ex e attuali vertici dell’ex Miteni, è arrivato appunto all’udienza preliminar­e. Dove presto approderan­no anche le altre inchieste aperte successiva­mente: sul crac della Spa dichiarata fallita a fine 2018 - contestata la bancarotta a sette persone che avrebbero aggravato il dissesto con perdite di quasi 15 milioni di euro tra 2010 e 2017 - e sulla contaminaz­ione delle falde da sostanze GenX e C604. Reati ambientali avvenuti tra il 2013 e il 2017 e imputati a otto (sei già nell’inchiesta principale). Quanto alla società non si sarebbe dotata di un modello organizzat­ivo «idoneo a prevenire» questi reati. Già insinuate nel processo come parti civili le società idriche Acquevenet­e, Viacqua, Acque Veronesi, Acque del Chiampo (con gli avvocati Angelo Merlin, Vittore d’Acquarone e Marco Tonellotto): l’obiettivo è quello di ottenere il risarcimen­to dei danni da inquinamen­to, presentand­o il conto dei lavori di ripristino e bonifica affrontati finora (diversi i milioni di euro investiti dalle società).

Mamme Mamme no Pfas, anche ieri erano a Palazzo di Giustizia

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Giudice Roberto Venditti

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