Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Anziani nelle case di riposo più contagiati che in aprile Il caso Spinea: 30 vittime

Riviera del Brenta, metà ospiti positivi. La protesta dei trasporti

- Matteo Riberto

VENEZIA Non è bastata l’esperienza maturata nella prima ondata: le case di riposo sono state travolte dal virus anche a novembre. Nelle residenze per anziani del territorio dell’Usl 3 ci sono più positivi oggi che nel momento peggiore del lockdown. Il 14 aprile gli anziani contagiati erano 315 su 3.479 ospiti totali (il 9,05 per cento); oggi sono 312 ma su 3.192 ospiti (il 9,77 per cento). Anche gli operatori delle strutture stanno pagando un conto più caro: ad aprile erano 137 i contagiati, adesso sono 167.

Alcuni focolai assumono dimensioni sempre maggiori, come quello divampato nella Residenza Riviera Del Brenta di Dolo. Nelle due sedi della struttura, che accoglie circa 150 anziani, sono 82 i positivi ai quali vanno aggiunti 34 operatori. E nei giorni scorsi un anziano è morto.

Sono tante le case di riposo in trincea, che stanno affrontand­o focolai e vittime. Alla residenza Villa Fiorita di Spinea sono morti trenta ospiti a novembre, otto allo Stella Maris del Lido e sei alla Relaxxi di Noale. Ma il virus è ancora presente anche alla don Moschetta di Caorle (38 gli anziani contagiati) e in quattro delle cinque strutture della galassia Ipav: ai Battuti gli ospiti positivi sono 7, a San Giobbe 12, alle Zitelle 18 mentre a San Loreno uno. Le case di riposo sono in piena emergenza, con gli organici oltretutto ridotti all’osso. Alle storiche carenze - «nelle Ipab e nelle strutture private mancano circa 120 infermieri» spiega Dario De Rossi, Cisl – vanno sottratti tutti gli operatori positivi che sono quindi costretti a casa. Anche per questo la Cisl ha spinto per un accordo con le Usl che prevede che gli infermieri degli ospedali possano andare a ore, su base volontaria, in supporto nelle strutture per anziani. «A oggi hanno aderito 200 lavoratori tra i 1000 nell’Usl 4 e 300 tra i 3000 dell’Usl 3» aggiunge De Rossi. «Mai come adesso sarebbe fondamenta­le che le Ipab più piccole si fondessero – aggiunge Paolo Lubiato, Cisl – così da avere personale sufficient­e per sopperire a situazioni d’emergenza». Il tema organici è delicato: con le Usl che cercano infermieri – e con gli stipendi più lauti negli ospedali – il rischio è che nelle prossime settimane ci sia un esodo dalle case di riposo.

Da tempo si parla di adeguament­i salariali. «Va anche prevista un’indennità Covid per questi lavoratori» aggiunge Italia Scattolin, Cgil.

Proprio dai lavoratori arriva l’ennesima protesta per i trasporti. La riorganizz­azione dei servizi di navigazion­e ha creato disagi a molti operatori del Civile. «Sono saltate diverse coincidenz­e serali e chi deve tornare a Chioggia ci mette anche un’ora in più – denuncia Francesco Menegazzi, Uil - Abbiamo inviato una nota al dg di Actv Giovanni Seno e abbiamo informato il sindaco e la direzione dell’Usl. Alcuni neoassunti che abitano a Chioggia e sono destinati a Venezia stanno rinunciand­o per la difficoltà logistica. Va ripristina­ta la navetta tra Piazzale Roma e l’Ospedale».

Novembre finora è stato il mese più tragico. Con i 15 decessi di ieri salgono a 247 le vittime degli ultimi trenta giorni (626 da marzo). I ricoveri ormai sono 503 (+9), con 62 persone in terapia intensiva. Nel Covid Hospital di Jesolo sono occupati tutti i posti letto di terapia intensiva e i pazienti sono dirottati a San Donà e Portogruar­o. Ieri ci sono stati 417 nuovi casi e in tutto a novembre le persone ammalate sono state 12.838 persone. Significa che un contagiato su due di tutti quelli che si sono infettati da marzo, ha contratto il virus negli ultimi trenta giorni.

L’altra grande partita è quella dei vaccini anti-influenzal­i: la Regione ha destinato alle Usl le scorte per le farmacie per coprire il maggior numero di persone fragili. La mancanza di scorte sufficient­i ha anche fatto saltare la vaccinazio­ne dei lavoratori del Tribunale: inizialmen­te pareva che l’Usl potesse fare una campagna ad hoc - mai fatta negli anni scorsi - tanto che in Tribunale erano state raccolte quasi 800 adesioni (più di qualcuno aveva quindi detto al proprio medico che non aveva bisogno del vaccino) che ora rimarranno però solo sulla carta.

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