Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il Todaro ridotto dopo settant’anni «Così resistiamo» La Compagnia: «Offerte rifiutate»

- Camilla Gargioni

VENEZIA È mattino presto, la Piazza è ancora deserta ma c’è movimento di fronte al Todaro. Scatoloni di cartone, i frigorifer­i delle bibite portati via, gli ombrelloni blu ripiegati e portati in magazzino. «Sto iniziando a liberare gli spazi – dice Claudio Vernier, uno dei titolari del Todaro, nonché presidente dell’associazio­ne Piazza San Marco – Non abbiamo ancora ricevuto un’offerta e la trattativa è ferma da un mese. Sbaracchia­mo per restituire i locali, per noi l’importante è salvaguard­are i lavoratori e che il Todaro possa esistere come azienda. Più piccolo, in modo più sostenibil­e, da d’aprile». La trattativa riguarda due dei tre archi (o lotti) che il Todaro ha in affitto dalla Compagnia della Vela e il cui contratto scade a fine gennaio 2021. Il Todaro si sviluppa su due archi, è proprietar­io del centrale, mentre quello con vista sul bacino di San Marco è della Compagnia. Il terzo, sempre della compagnia, era in affitto d’azienda da una società dei proprietar­i del Todaro a un negozio di perle chiuso di recente). È da 70 anni che il Todaro ha questa conformazi­one, ma senza un accordo con la proprietà si ridurrebbe della metà. E la trattativa è iniziata ancora prima dell’acqua granda e dell’emergenza Covid. «Il canone è di poco inferiore ai 20mila euro al mese, avevamo ipotizzato un nuovo contratto al rialzo – spiega il presidente della Compagnia della Vela Pier Vettor Grimani – Per i mesi del lockdown abbiamo chiesto il canone intero, perché il Todaro ha ricevuto il credito d’imposta. Poi, da giugno, abbiamo ridotto il canone della metà con l’obiettivo di trovare un accordo a ottobre». Ma l’accordo tra le parti non è ancora stato trovato. «In ottobre, Vernier ci ha detto che avrebbe limitato l’attività al suo arco se non avessimo proposto un canone convenient­e – continua Grimani – La Compagnia della Vela non vuole mandare via nessuno, non è nostra intenzione rompere il rapporto con il Todaro cui siamo legati da una tradizione. Ma non può nemmeno sottoscriv­ere un contratto scorretto». Allora la Compagnia propone un accordo. «Rinviare di uno, due anni, quanto serve, il rinnovo del contratto e allungare il periodo transitori­o con canone dimezzato, o anche più che dimezzato – conclude Grimani – ma niente. Ora ci stiamo incontrand­o per valutare le questioni tecniche per le separazion­i: confido però si trovi una mediazione».

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Trasloco Operai al lavoro per svuotare metà Todaro

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