Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Tre Oci, levata di scudi Le accuse di Segre Bassetti: non venderemo a chi ha visioni turistiche

L’ex presidente: Brunello respinse proposte perché mie

- Di Monica Zicchiero

MESTRE «La Casa dei Tre Oci è la passione di tutti noi. Anche a me piange il cuore a venderla. Ma il progetto della Casa della Fotografia non verrebbe venduto né tolto a nessuno. Lo continuere­mo. Magari all’ M9:potrebbe essere un matrimonio molto positivo».

Presidente di Marsilio e Ci vita Tre Venezie, la consiglier­a di Fondazione di Venezia Emanuela Bassetti è legata profession­almente e sentimenta­lmente ad entrambi gli edifici-simbolo dell’istituzion­e. E ha votato senza ripensamen­ti il piano strategico 2021-2023 che conta di vendere il 25% del patrimonio immobiliar­e da 130 milioni di euro. Nessun immobile escluso, neanche il bel palazzetto neogotico novecentes­co alla Giudecca fatto costruire nel 1913 da pittore Mario De Maria (Marius Pictor) e acquistato dalla Fondazione nel 2000. «Può essere molto pericoloso tenere il patrimonio immobilizz­ato – argomenta - Dobbiamo investirlo in settori che danno più reddito per raddoppiar­e le erogazioni nel territorio in un momento di drammatica difficoltà: la Fondazione può fare del bene, in questa emergenza » . Dell’avanzata trattativa con una fondazione privata (straniera?) per i Tre Oci (valore patrimonia­le: 6 milioni di euro) sa solo il presidente Michele Bugliesi. Che ha passato al setaccio tutto il patrimonio: sprecata per i pochi uffici la sede di Fondazione in Rio Novo, troppo grande (valutata 16 mitesi lioni); dagli affitti di appartamen­ti e uffici in via Poerio, via Pascoli e via Brenta Vecchia non si ricava neanche il necessario per pagare le spese (valore complessiv­o 84 milioni); gli spazi commercial­i/direzional­i del chiostro M9 perlopiù sfitti e un museo chiuso dalla primavera che è un gran bell’asset per un conferimen­to, anche parziale, ad un fondo immobiliar­e. Quella dei fondi immobiliar­i è un’opzione cui aveva pensato anche lo storico presidente Giuliano Segre. « Presi contatti con esponenti di fondi immobiliar­i di Cassa Depositi e Prestiti e Imi, poi diventato un ramo immobiliar­e di Intesa San Paolo – racconta - Ma il presidente Giampiero Brunello respingeva qualsiasi ipotesi venisse da me. Ora sono sorpreso dal fatto che le ipotesi di vendita siano maturate al tal punto da essere presentato al consiglio generale. Una necessità di fare cassa che è esito della sua pessima gestione della quale nessuno gli chiede ragione». La reazione dei social ieri è stata vibrata all’ipodi cessione dei Tre Oci. Bassetti mette in chiaro che non diventerà l’ennesimo albergo: «Gli interlocut­ori dovranno piacerci e avere una funzione compatibil­e col modello di città che abbiamo in testa. E che non è quello della Venezia turistica. Pensiamo a usi per ricerca, studio, welfare». La reazione dei partiti in città è stata incerta, con l’eccezione del Psi. «Questa scelta va fermata – scandisce il segretario Luigi Giordani - Facciamo appello al presidente Bugliesi e invitiamo le forze politiche e sociali della città di intervenir­e a tutti i livelli». «Riteniamo non sia la scelta più opportuna – dice il segretario Pd Giorgio Dodi – Si tentino prima altre strade. Tipo risolvere la questione del chiostro M9 o la vendita dei palazzi di Mestre. E in ogni caso si pongano vincoli sulle destinazio­ni: espositiva i Tre Oci, residenzia­le e direzional­e Rio Novo » . Giovanni Andrea Martini di Tutta la Città Insieme chiede a Bugliesi un ripensamen­to: «Si dia in gestione senza cambiarne la destinazio­ne e cederne la propr i e t à . Av v i e remo una raccolta firme affinché non si proceda con la vendita: non si condanni l’isola della Giudecca a diventare un altro pezzo di Disneyland». Il cambio d’uso spetta al Comune, non alla Fondazione. Il sindaco non dà segni di aver cambiato idea rispetto a maggio: «La Casa dei Tre Oci non si tocca», disse parlando anche della destinazio­ne. Brugnaro non si esprimerà prima di conoscere il piano complessiv­o. E allora avrà occasione di ricordare quanto dichiarato a sinistra in zona campagna elettorale contro la vendita dell’edificio.

"Dodi (Pd) Si tentino altre vie e si mettano vincoli chiari

"Giordani Appello alla città questa scelta va fermata

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