Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ducale, sensi unici e Covid-detector «Pronti ad aprire» Arrivano 7 milioni
VENEZIA Archi mobili che fanno da metal detector, misurano la temperatura e riconoscono anche se la mascherina è posizionata correttamente. Sensi unici, gel sanificante dappertutto, biglietterie rifatte per evitare l’assembramento, sacchetti monouso per riporre borse e zaini nei guardaroba, perfino un igienizzante speciale che sanifica senza danneggiare le opere d’arte. Così gli undici musei civici veneziani si sono preparati a ripartire, appena dal governo arriverà il via libera. «Noi siamo pronti già oggi a riaprire – assicura la presidente della Fondazione Maria Cristina Gribaudi ai consiglieri della commissione comunale Cultura - Non aspettiamo altro che il momento di farlo». Nei mesi di clausura si è fatta la catalogazione scientifica di tutte le collezioni e nel 2021 la direttrice Gabriella Belli annuncia la pubblicazione del primo catalogo generale ragionato del patrimonio della Fondazione. E si è preparato e attuato il piano di prevenzione anticovid illustrato dal direttore organizzativo
Mattia Agnetti per ciascuna sede, sala per sala, ufficio per ufficio. Un investimento di 200mila euro in forniture a fronte di mancati introiti per 8,84 milioni di euro, in parte coperti dal Governo un ristoro di 6,9 milioni in base al decreto ministeriale per i musei non statali. Ai civici veneziani è stata assegnata la cifra più alta in Italia e, complessivamente, a Venezia circa 10 milioni di euro: 2 milioni alla Procuratoria di San Marco (cinque milioni di mancati biglietti da gennaio a settembre), 981mila euro alla Guggenheim, 531mila alla Cini, 148mila all’M9, 79mila alla Querini Stampalia. E proprio in virtù delle erogazioni del governo a maggioranza Pd-5s, la capogruppo dem Monica Sambo chiede che il consiglio Comunale sia parte attiva: «Deve dare un indirizzo alla Fondazione circa l’utilizzo di queste risorse ed è necessario che una parte di queste sia utilizzata per l’integrazione della perdita salariale dei lavoratori in cassa integrazione», dice, stigmatizzando la mancata partecipazione delle organizzazioni sindacali alla commissione di ieri. «Per mancanza di tempo», ha spiegato la presidente Giorgia Pea, annunciando un prossimo aggiornamento. «Gli operatori che fanno funzionare i Musei Civici sono esternalizzati, sottopagati e sempre più privati di diritti – aggiunge Andrea Martini, Tutta la Città Insieme - un modello di gestione del lavoro che ha modalità di sfruttamento». (mo.zi.)
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