Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Redentore, fuochi per oltre 30 mila
Rive gestibili, tante barche. Controlli capillari e schieramento di forze imponente
VENEZIA Lo schieramento di forze è stato degno del fine settimana precedente, quello imbastito per «i grandi della terra», impegnati nel G20 all’Arsenale. Dietro le transenne e oltre le linee tracciate in riva in fondamenta, però, la folla è rimasta gestibile, tra residenti e turisti i numeri limitati hanno permesso un controllo capillare e i «foghi» hanno sancito il trionfo della festa tradizionale veneziana sulle restrizioni degli ultimi due anni.
VENEZIA Lo schieramento di forze è stato degno del fine settimana precedente, quello imbastito per «i grandi della terra» del G20. Dietro le transenne e oltre le linee tracciate in riva in fondamenta, però, la folla è rimasta gestibile: tra residenti e turisti i numeri limitati hanno permesso un controllo capillare e i foghi del Redentore hanno sancito il trionfo della festa tradizionale veneziana sulle restrizioni degli ultimi due anni. La «Notte famosissima» ha recuperato i fuochi d’artificio, anche se la partecipazione non è stata ovviamente quella degli anni pre-Covid19. Con il cielo nero di nuvole e l’aria appesantita dall’umidità, alla Giudecca, tra Palanca e Zitelle, la facevano da padroni ristoranti, locali e bed&breakfast, traditi dagli accenti di mezza Italia. I residenti che avevano prenotato la loro «piazzola», comunque, si riconoscevano dalla rilassatezza: le tavole e le panche già piazzate alle 18, magari con un foglio appiccicato sopra o con il numero della prenotazione tracciato a colpi di scotch sui masegni, ma gli occupanti sapevano di potersela prendere comoda.
La folla ai varchi è arrivata alle 21, a San Marco e alle Zattere: un paio di file parallele tagliavano la piazza, in attesa di raggiungere Molo e Riva degli Schiavoni, mentre mano a mano che ci si avvicinava a punta della Dogana anche le rive del canale della Giudecca si affollavano di gente seduta a terra, con il naso puntato all’insù. Sulle rive i posti prenotabili erano 18 mila, 3140 le barche divise tra i vari settori, per un totale stimato tra le 30 e le 40 mila persone. Ma in tutta la città la smart control
room del Comune ieri ha contato circa 80 mila presenze, equamente divise tra stranieri e italiani. Tra i «foresti» i più numerosi erano i tedeschi (il 22 per cento), seguiti da francesi (16 per cento) e, a distanza, austriaci, svizzeri, spagnoli e polacchi. Gli italiani erano a metà tra veneti e «foresti».
L’arrivo degli stranieri è confermato anche dagli albergatori, che registrano un ritorno ai numeri dei fine settimana antecedenti alla pandemia: «La situazione è quella di un weekend normale - ha spiegato il direttore Claudio Scarpa - La media di occupazione delle camere è del 60 per cento, che ovviamente si alza per quelle strutture che offrono cena e vista sullo spettacolo pirotecnico». La prenotazione con codice fiscale, oltre a garantire la precedenza ai residenti, ha permesso anche di censire i presenti: al Redentore di ieri erano presenti quattro spettatori centenari, tre donne e un uomo, mentre la più giovane è stata una bambina di appena venti mesi. I vari check-point non hanno registrato problemi: tra steward, vigili, personale Vela e protezione civile ogni polemica o incomprensione è stata smorzata con spiegazioni approfondite e percorsi alternativi, illustrati cartina alla mano. Più difficile obbligare le barche a non legarsi l’una con l’altra – «a lai», si dice in veneziano – e se prima delle 21 si aspettava e si tollerava, con l’avvicinarsi dell’orario dei fuochi d’artificio le imbarcazioni della polizia locale hanno iniziato a pretendere il distanziamento.
«Anche il cielo si è vestito a festa», hanno twittato quasi all’unisono il sindaco Luigi Brugnaro e il governatore Luca Zaia, visto il tramonto stupendo con un rosso intenso. Brugnaro ha ospitato su una chiatta allestita come i «freschi» l’ambasciatore giapponese e il console generale a Milano, ma anche i nuovi compagni di partito di Coraggio Italia, a partire dal suo «vice», il governatore della Liguria Giovanni Toti.