Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Omicida in Romania, elettricista in Veneto
Mandato d’arresto europeo, rintracciato dai carabinieri a Mestre: si è subito arreso
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Romania ha ucciso una persona durante una rapina. Forse non voleva, ma per imbavagliarla le ha pigiato uno straccio in bocca e l’ha soffocata. Nei giorni successivi, quando si è reso conto delle conseguenze del suo gesto, ha varcato il confine ed è arrivato in Veneto con l’idea di rifarsi una vita. E’ stato assunto come elettricista ma dopo mesi la giustizia romena lo ha rintracciato. Mandato d’arresto europeo e carabinieri nel suo appartamento di Mestre. Né l’azienda né i coinquilini sapevano nulla del suo passato. Ora è in carcere a Santa Maria Maggiore.
MESTRE Secondo la polizia romena quella banda di balordi avrebbe ucciso un uomo per rapinarlo di poco meno di duecento euro in un colpo finito in tragedia. E uno di loro, proprio per sfuggire alla cattura che evidentemente sentiva possibile, ha deciso di far perdere le proprie tracce in Romania e di farsi una nuova vita in Italia, cercando e trovando lavoro come elettricista. La «messinscena» è durata però non più di tre mesi. Ieri il criminale è stato infatti rintracciato dai carabinieri veneziani e arrestato a Mestre. Il presunto killer, alla vista delle divise dei militari, non ha neppure cercato di reagire e si è arreso immediatamente alla giustizia che l’aveva inseguito ben oltre i confini del suo Paese.
Protagonista un 50enne romeno, oggi impiegato come elettricista in una ditta veneta, che ovviamente era del tutto all’oscuro del passato dell’uomo, che si era presentato come uno dei tanti operai dell’Est Europa in cerca di lavoro. Ma fino allo scorso aprile l’uomo vestiva i panni del ladro nel distretto di Mures, in Romania, che si trova nella regione della Transilvania; è lì che, assieme a due complici, nella notte del 6 aprile il presunto bandito avrebbe compiuto una tragica scorribanda all’interno di una casa privata. Il proprietario dell’abitazione era stato aggredito, picchiato, legato e imbavagliato; ma lo straccio usato per tappargli la bocca aveva finito per soffocarlo e l’uomo era morto di asfissia.
I tre rapinatori erano fuggiti nella notte, con un bottino di 870 Leu, poco meno di 180 euro. Non è chiaro se la banda si sia subito resa conto di come era degenerata la situazione, di certo però l’hanno capito nei giorni successivi visto che hanno tentato di varcare i confini intuendo che le forze dell’ordine non avrebbero fermato molto presto le ricerche e avrebbero potuto rintracciarli.
Non è bastato. Come accade in questi casi, dunque, una volta ricostruita l’ipotesi d’accusa e con l’avvallo di un provvedimento del giudice, è scattato il mandato d’arresto europeo. Alla fine a rispondere sono stati proprio i carabinieri del Nucleo investigativo veneziano, che sono riusciti a identificare il 50enne come un elettricista in forze a un’impresa edile locale. A quel punto è bastato raggiungerlo nell’appartamento di Mestre che l’uomo condivideva con altri connazionali, anche loro dipendenti della ditta di costruzioni, ma del tutto scollegati dall’omicidio in Romania.
Alla vista dei militari il latitante ha subito capito cosa stesse succedendo e non ha opposto alcuna resistenza; ora è chiuso a Santa Maria Maggiore, in attesa che l’autorità giudiziaria si pronunci sulla sua consegna alla polizia rumena. Nei prossimi giorni dovrebbe esserci l’udienza in Corte d’appello per valutare la richiesta di estradizione e se verrà accolta per lui ci saranno prima il carcere e poi il processo nel suo paese d’origine.
In fuga
Aveva provato a rifarsi una vita in Italia, l’azienda non sapeva il suo passato