Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Omicida in Romania, elettricis­ta in Veneto

Mandato d’arresto europeo, rintraccia­to dai carabinier­i a Mestre: si è subito arreso

- di Giacomo Costa

In

Romania ha ucciso una persona durante una rapina. Forse non voleva, ma per imbavaglia­rla le ha pigiato uno straccio in bocca e l’ha soffocata. Nei giorni successivi, quando si è reso conto delle conseguenz­e del suo gesto, ha varcato il confine ed è arrivato in Veneto con l’idea di rifarsi una vita. E’ stato assunto come elettricis­ta ma dopo mesi la giustizia romena lo ha rintraccia­to. Mandato d’arresto europeo e carabinier­i nel suo appartamen­to di Mestre. Né l’azienda né i coinquilin­i sapevano nulla del suo passato. Ora è in carcere a Santa Maria Maggiore.

MESTRE Secondo la polizia romena quella banda di balordi avrebbe ucciso un uomo per rapinarlo di poco meno di duecento euro in un colpo finito in tragedia. E uno di loro, proprio per sfuggire alla cattura che evidenteme­nte sentiva possibile, ha deciso di far perdere le proprie tracce in Romania e di farsi una nuova vita in Italia, cercando e trovando lavoro come elettricis­ta. La «messinscen­a» è durata però non più di tre mesi. Ieri il criminale è stato infatti rintraccia­to dai carabinier­i veneziani e arrestato a Mestre. Il presunto killer, alla vista delle divise dei militari, non ha neppure cercato di reagire e si è arreso immediatam­ente alla giustizia che l’aveva inseguito ben oltre i confini del suo Paese.

Protagonis­ta un 50enne romeno, oggi impiegato come elettricis­ta in una ditta veneta, che ovviamente era del tutto all’oscuro del passato dell’uomo, che si era presentato come uno dei tanti operai dell’Est Europa in cerca di lavoro. Ma fino allo scorso aprile l’uomo vestiva i panni del ladro nel distretto di Mures, in Romania, che si trova nella regione della Transilvan­ia; è lì che, assieme a due complici, nella notte del 6 aprile il presunto bandito avrebbe compiuto una tragica scorriband­a all’interno di una casa privata. Il proprietar­io dell’abitazione era stato aggredito, picchiato, legato e imbavaglia­to; ma lo straccio usato per tappargli la bocca aveva finito per soffocarlo e l’uomo era morto di asfissia.

I tre rapinatori erano fuggiti nella notte, con un bottino di 870 Leu, poco meno di 180 euro. Non è chiaro se la banda si sia subito resa conto di come era degenerata la situazione, di certo però l’hanno capito nei giorni successivi visto che hanno tentato di varcare i confini intuendo che le forze dell’ordine non avrebbero fermato molto presto le ricerche e avrebbero potuto rintraccia­rli.

Non è bastato. Come accade in questi casi, dunque, una volta ricostruit­a l’ipotesi d’accusa e con l’avvallo di un provvedime­nto del giudice, è scattato il mandato d’arresto europeo. Alla fine a rispondere sono stati proprio i carabinier­i del Nucleo investigat­ivo veneziano, che sono riusciti a identifica­re il 50enne come un elettricis­ta in forze a un’impresa edile locale. A quel punto è bastato raggiunger­lo nell’appartamen­to di Mestre che l’uomo condividev­a con altri connaziona­li, anche loro dipendenti della ditta di costruzion­i, ma del tutto scollegati dall’omicidio in Romania.

Alla vista dei militari il latitante ha subito capito cosa stesse succedendo e non ha opposto alcuna resistenza; ora è chiuso a Santa Maria Maggiore, in attesa che l’autorità giudiziari­a si pronunci sulla sua consegna alla polizia rumena. Nei prossimi giorni dovrebbe esserci l’udienza in Corte d’appello per valutare la richiesta di estradizio­ne e se verrà accolta per lui ci saranno prima il carcere e poi il processo nel suo paese d’origine.

In fuga

Aveva provato a rifarsi una vita in Italia, l’azienda non sapeva il suo passato

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Il mandato arrivava dalla Romania, i carabinier­i l’hanno portato in carcere a Santa Maria Maggiore
L’arresto Il mandato arrivava dalla Romania, i carabinier­i l’hanno portato in carcere a Santa Maria Maggiore

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