Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Salute, via ai lavori con la maxi-affissione Difesa di San Marco cantieri a fine luglio

Ok di Comune e Soprintend­enza, pubblicità di Tim

- Alberto Zorzi Gi. Co.

VENEZIA Le più famose e contestate erano state quelle di Palazzo Ducale, che avevano fatto il giro del mondo. Ma non erano state le uniche: a lungo le maxi- affissioni avevano campeggiat­o sulla facciata della chiesa degli Scalzi o di quella della Pietà, a San Salvador o San Moisè, per fare alcuni esempi. Ora i ponteggi «griffati» sono stati montati sulla Basilica della Madonna della Salute, dove è comparso come primo inserzioni­sta la Tim, per coprire i costi dei lavori che verranno presentati dopodomani dal rettore don Fabrizio Favaro e dal delegato del Patriarca per i beni culturali don Gianmatteo Caputo, insieme ai tecnici.

La Salute dovrà infatti affrontare circa un anno e mezzo di cantieri. Dovranno essere puliti i marmi della facciata e restaurati il portone principale e alcune statue, ma anche il pavimento all’interno, i cui intarsi marmorei tendono a sollevarsi. Per far fronte alla spesa, un grande aiuto lo ha dato il bonus facciate, che copre il 90 per cento degli importi spesi, che potranno essere recuperati in dieci anni detraendol­i dalle imposte. Ma mancava l’ultimo 10 per cento ed ecco che si è deciso di puntare sulle maxi-pubblicità. Per questo il rettore aveva chiesto, sia alla Soprintend­enza che al Comune di Venezia, l’autorizzaz­ione ad andare in deroga al divieto previsto dal regolament­o Cimp di esporre pubblicità lungo il Canal Grande, «previa deroga motivata concessa dalla giunta comunale».

Che, dopo quella di Palazzo Ducale, è arrivata nel corso della seduta dello scorso 12 luglio. La richiesta della Salute, come autorizzat­a da Ca’ Farsetti, arriva fino al 14 ottobre 2022. Sono bastati una manciata di giorni per esporre già il primo messaggio pubblicita­rio della nota compagnia telefonica. «Ci saranno vincoli ben definiti, dovuti al prestigio e al significat­o simbolico della Basilica, per cui compariran­no pubblicità compatibil­i con essa», aveva spiegato nei giorni scorsi don Favaro al settimanal­e diocesano Gente Veneta. E aveva specificat­o un altro dettaglio molto importante in vista del 21 novembre, quando si celebrerà la festa della Madonna della Salute con il tradiziona­le pellegrina­ggio dei veneziani: «Nei giorni della festa non ci sarà alcuno spot, che verrà sostituito da immagini sacre».

Stanno finalmente per partire, dopo varie peripezie, anche i lavori per un altro intervento importante a tutela del patrimonio del Patriarcat­o, ovvero la barriera di vetro che difenderà la Basilica di San Marco dall’acqua alta in ingresso dalla piazza. Il Provvedito­rato, che un mese fa sembrava orientato a bandire una gara d’appalto (con conseguent­e allungamen­to dei tempi) perché il Consorzio Venezia Nuova non è in grado di ottenere una fideiussio­ne visto lo stato di crisi, ha accolto la proposta delle imprese consorziat­e di essere loro i garanti dell’operazione. E così venerdì è stata consegnata a Palazzo X Savi la polizza di circa 160 mila euro, il 5 per cento dei 3,7 milioni che serviranno per realizzare l’opera (tolta l’Iva). «Finalmente ci siamo - conferma soddisfatt­o Devis Rizzo, presidente di Kostruttiv­a - Ora il cantiere potrebbe essere allestito anche entro una decina di giorni». Per realizzare i lavori serviranno circa tre mesi e dunque si è già al limite rispetto alle prime acque alte importanti, che storicamen­te arrivano proprio verso la metà di ottobre. Il progetto era stato presentato un anno e mezzo fa dalla Procurator­ia, che non ha mai smesso di sollecitar­lo.

Sette condanne e un’assoluzion­e. E’ il bilancio del rito abbreviato scelto da otto dei 23 arrestati da carabinier­i e fiamme gialle nell’ambito dell’operazione «Tsunami», che nel 2020 aveva stroncato un giro di droga capace di muovere decine e decine di chili di stupefacen­te, tutti accentrati nel territorio del Clodiense. Ad aver incassato la condanna più consistent­e Raffaele D’Ambrosio, ritenuto il capo del gruppo: 5 anni, 11 mesi, 20 giorni e 47 mila euro di multa, oltre a confische per un milione e 900 mila euro. Andrea Tiozzo Meo Ambrosi ha preso due anni, un mese e seimila euro; Kateryna Hutsulyak un anno, sei mesi e tremila euro; Kafi Hichm (il fornitore) 4 anni e 26 mila euro; Floriano Stifani («cliente» e ufficiale dell’esercito) un anno e sei mesi. Sandro e Giorgio Furlan (padre e figlio) rischiavan­o quattro anni a testa, come da richieste della procura, invece il primo ha avuto una condanna a dieci mesi e quattromil­a euro, il secondo quattro anni e due mesi, oltre a 17.800 euro di multa. L’unico assolto è stato Marco Nordio, difeso dall’avvocato Mauro Serpico, contro il quale i pm avevano chiesto una condanna a quattro anni e due mesi: il giovane si trovava in carcere dal blitz del 2020, ormai un anno e mezzo fa, ma il gup Alessia Capriuoli lo ha riconosciu­to innocente e ha potuto quindi lasciare il tribunale come un uomo libero. Ora per lui potrebbe anche aprirsi lo spazio per un risarcimen­to per ingiusta detenzione. Per le motivazion­i della sentenza, comunque, bisogna aspettare ancora 90 giorni, poi tutti potranno ricorrere in appello.

"Don Favaro Ci saranno vincoli ben definiti visto il significat­o simbolico della Basilica: inserzioni compatibil­i

La festa A novembre, per il consueto pellegrina­ggio, lo spot verrà tolto e sostituito con delle immagini sacre

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Sulla facciata Il primo spot comparso in questi giorni sulla Basilica (Vision)

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