Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’otorino: «Non c’è rischio a fare il tampone ogni 24 ore In casi rari sangue dal naso, chi ne soffre lo segnali subito»

- M.N.M.

PADOVA Professor Rosario Marchese Ragona, lei è docente associato in Clinica di Otorinolar­ingoiatria all’Università di Padova: può creare problemi sottoporsi ogni due giorni al tampone per un tempo prolungato?

«No, mi sento di rassicurar­e tutti in tal senso. In Italia sono ormai stati effettuati 96 milioni di tamponi, negli Stati Uniti 650 milioni, eppure le complicanz­e sono quasi inesistent­i. Si tratta di eventi aneddotici, piccole epistassi, più che di veri problemi».

Ci sono persone più suscettibi­li di «inconvenie­nti»?

«Sì, per esempio i pazienti che sono soggetti, per patologie pregresse, a frequenti epistassi, ma allora basta segnalarlo subito al medico, che opterà per il tampone faringeo. Oppure le persone con una deviazione preesisten­te del setto nasale, che restringe lo spazio nel quale inserire il tampone. Se si presenta tale eventualit­à, l’esame si può tranquilla­mente portare a termine chiedendo all’interessat­o con quale narice respira meglio e utilizzand­ola per l’inseriment­o del tampone».

L’esito ed eventuali problemati­che dipendono anche da come il procedimen­to viene eseguito?

«Sì certo ci sono precise indicazion­i emanate dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzion­e e il controllo delle malattie, che se seguite evitano rischi o un esito non corretto del test. Insomma, non ci dev’essere alcuna paura, anche perché le rarissime complicanz­e sono comunque gestite senza particolar­i difficoltà in qualsiasi reparto di Otorinolar­ingoiatria. Se così non fosse, dall’inizio della pandemia i nostri Pronto Soccorso sarebbero invasi da persone danneggiat­e dal tampone. E così non è».

Ora poi i test rapidi di terza generazion­e per la ricerca del Sars Cov2, che si fermano alle prime fosse nasali, hanno azzerato ogni rischio.

«Sì, ma ripeto: anche con l’altro tipo di tampone, che sale più in profondità, non sussiste pericolo. Ricordo a chi soffre di sanguiname­nto nasale, di segnalarlo, così non si va incontro a problemi. Non c’è alcuna controindi­cazione».

Lei ha visto «inconvenie­nti» accaduti durante l’esecuzione del test?

«Qualche tampone trattenuto nelle fosse nasali, ma niente di grave. Come ho detto, aneddoti più che reali complicanz­e. E comunque tamponi così frequenti sono effettuati sulla fascia di popolazion­e non vaccinata».

E a proposito della campagna anti-Covid, alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass, scattato ieri per tutti i lavoratori, le vaccinazio­ni sono aumentate del 30%. In Italia si è raggiunto nuovamente il picco delle 700mila in un giorno segnalato in primavera e nel Veneto nell’ultima settimana si è registrata un’escalation, partita dalle 5.622 somministr­azioni del 10 ottobre, seguite dalle 13.619 dell’11, dalle 14.728 del 12, per arrivare ai picchi di 15.949 del 13 ottobre e di 15.351 del 14. Le Usl stanno nuovamente organizzan­do «Vax Day» a ingresso libero per incentivar­e una nuova tornata di prime dosi. Tra le prime a rilanciare l’iniziativa l’Usl Euganea, che «per agevolare quanti non si sono ancora vaccinati e desiderano farlo», propone oggi e domani l’accesso libero a tutti gli over 12, quindi senza prenotazio­ne. A disposizio­ne 700 posti (sedi e orari al link: https://bit.ly/3j0jYKr).

Intanto, emerge dal bollettino regionale, stanno accelerand­o le terze dosi di anti-Covid sugli over 60 con patologie: ieri ne sono state somministr­ate 3.222, per un totale raggiunto finora di 41.971. Il 71,5% della popolazion­e generale è immunizzat­a e il 75,3% ha assunto almeno la prima dose. Le percentual­i salgono rispettiva­mente al 79,5% e all’83,5% se si considera solo la fascia vaccinabil­e, cioè gli over 12. «Dobbiamo compiere un ulteriore sforzo — dice il professor Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzion­e al ministero della Salute — se all’inizio dell’emergenza con il virus di Wuhan ogni infetto poteva contagiare tre persone e quindi l’immunità di gregge si poteva raggiunger­e col 70% della popolazion­e vaccinata, ora la variante Delta implica una potenziali­tà di contagio doppia. Perciò bisognereb­be arrivare al 90% di italiani immunizzat­i». Intanto nel Veneto l’Rt, l’indice del contagio è a 0,85 e l’indicidenz­a a 41,1 casi per 100mila abitanti. La valutazion­e del rischio è bassa, la Regione resta bianca.

" Ragona Mi sento di rassicurar­e tutti, non ci sono contro indicazion­i al test

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Pratica sicura Il test, rapido o molecolare, è una prestazion­e sanitaria ormai quotidiana

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