Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il Cartizze è la bollicina dell’anno «Un premio per tutto il territorio»

Il Gambero Rosso esalta Villa Sandi. Moretti Polegato: ora altri investimen­ti

- di Antonino Padovese

Franciacor­ta, Trento Doc, Oltrepò Pavese, Asti Spumante. Le zone più vocate ai vini spumanti in Italia si inchinano davanti al Prosecco Superiore. Nella guida «I Vini d’Italia 2022» del Gambero Rosso la il Cartizze Brut La Rivetta ’20 di Villa Sandi ha vinto il premio come «miglior bollicina » dell’anno. Giancarlo Moretti Polegato, presidente della tenuta trevigiana di Crocetta del Montello, è stato invitato a Roma a ricevere il premio nel corso di una cena di gala. «Questo è un risultato importante, in primis per Villa Sandi, ma per tutto l’universo Prosecco».

Presidente, quale significat­o ha questo premio?

«È un messaggio a tutto il territorio. Con l’uva glera e con il Cartizze, che è l’eccellenza del Prosecco, possiamo fare una bollicina di grandissim­a qualità che concorre con i grandi spumanti del mondo e che in Italia è stata premiata come la “bollicina dell’anno”».

Da dove nasce questo vino? «Da una tenuta di proprietà nel Cartizze, quel fazzoletto di 106 ettari nel cuore delle colline del Prosecco, suddiviso fra 140 proprietar­i. Pensi che quando acquistamm­o noi questa tenuta di un ettaro e mezzo ne abbiamo dovuti mettere d’accordo nove. E fu un’impresa perché nel Cartizze chi possiede un po’ di terra non la vende quasi mai».

Cominciast­e subito a fare vino?

«Sì. E già dopo tre anni La Rivetta fu premiata sempre dal Gambero Rosso con i “Tre bicchieri”, il massimo riconoscim­ento per un vino nella guida, che abbiamo mantenuto per 12 anni consecutiv­i».

Quante bottiglie ne producete?

«Quindicimi­la bottiglie che destiniamo tutte al settore Horeca (alberghi, ristoranti e locali, ndr). All’inizio il Cartizze

era conosciuto solo in Italia ma negli ultimi anni il 25 per cento va nei nostri principali mercati stranieri: Usa, Regno Unito e Germani».

Si dice che nel Prosecco non si può essere innovativi, bisogna solo lavorare sulla qualità. È d’accordo?

« D’accordissi­mo. Dico sempre ai miei collaborat­ori che la qualità non è un traguardo ma un’asticella da alzare un po’ alla volta sia in vigna che in cantina».

La vostra tenuta si trova nel cuore delle colline patrimonio dell’umanità dal 2019. Dopo la pandemia, cominciate a notare un incremento di turisti grazie al marchio Unesco?

«Senz’altro. Abbiamo sempre investito nell’enoturismo da tempi non sospetti. Le esperienze della Locanda Sandi e della Nuova Filanda ci fanno capire che i turisti hanno bisogno di piccole e accoglient­i strutture ma dotate di tutti i servizi. A Valdobbiad­ene ci sono molti ristoranti ma mancano camere, per questo faremo altri investimen­ti nell’hospitalit­y, la gente cerca piccoli resort per vivere in questo posto unico».

E il mercato del vino come sta andando?

«Benissimo. In questi giorni abbiamo raggiunto i numeri che abbiamo totalizzat­o l’anno scorso. E manca ancora il periodo del Natale che è d’oro per la spumantist­ica. Nel 2021 cresceremo a doppia cifra».

Di business di parlerà molto alla Vinitaly Special Edition che si apre domani a Verona. Come giudica l’intenzione di Veronafier­e di dare vita a questo appuntamen­to?

«Non sarà certo il Vinitaly a cui eravamo abituati ma ringrazio Veronafier­e perché avevamo bisogno di un momento di incontro. Con la tecnologia puoi fare tutto ma stringere la mano alle persone, bere e raccontare il vino “in presenza” è tutta un’altra cosa. Sarà importante ritrovare colleghi e amici provenient­i da Italia e estero, che finora abbiamo potuto vedere solo in un riquadro nello schermo di un computer. E Luca Gardini domani curerà una masterclas­s con la nostra Rivetta».

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Tra i filari Giancarlo Moretti Polegato con il vino premiato sulla collina del Cartizze

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