Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Conflitto di interessi e piano europeo, Brugnaro nel mirino
Giovedì consiglio comunale straordinario. Zuin: il Pd se ne faccia una ragione, noi le cose le realizziamo
VENEZIA «Notizie inquietanti, che il sindaco deve chiarire». Neppure il tempo di lasciar raffreddare le polemiche per le proposte avanzate dalla Città metropolitana nel tentativo di agganciare i fondi europei del Pnrr che Luigi Brugnaro è già chiamato a rispondere di altro, sempre dai consiglieri di opposizione, stavolta nel suo ruolo di sindaco di Venezia e di imprenditore «autosospeso». Sono infatti tutti i capigruppo di minoranza (a cui si aggiunge Pier Paolo Baretta, che era candidato sindaco con il Pd) a ricordare a Brugnaro l’appuntamento di prossimo, quando nel corso di un consiglio comunale straordinario sarà chiamato a rispondere di quelle «notizie inquietanti» che di fatto sono tutti sospetti di conflitto d’interesse. C’è il nodo dell’area dei Pili: blind trust o meno — sostengono le opposizioni — il sindaco «sa benissimo di esserne proprietario e di conseguenza ogni sua scelta amministrativa rischia comunque di avvantaggiare il sé stesso imprenditore, tanto che le strategie future previste nel Piano urbano della mobilità sostenibile ne avrebbero già alzato il valore del 366 per cento». Ricordano anche la società Abate Zanetti «acquistata in forte perdita da Brugnaro e poi inserita nel sistema museale», e la campagna elettorale « finanziata sempre dalle aziende del blind trust, evidentemente non così cieche». L’immagine di Brugnaro che sfrutta il suo ruolo per i suoi interessi è rievocata anche nelle parole di Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme), che ieri è tornato a soffiare sulle braci del Pnrr: i 14 progetti proposti dalla Città metropolitana sono visti come «un programma di grandi investigiovedì menti per lo sport spettacolo. Cosa questo abbia a che fare con la transizione green non è dato sapere». A questo e agli attacchi dei giorni precedenti ha replicato l’assessore al Bilancio Michele Zuin: «Prima il Pd vuole stadio e palazzetto a Tessera, contro l’idea del sindaco di farlo ai Pili, lo critica per conflitto d’interessi se vuole farlo con i soldi suoi, e ora dicono di no comunque perché è una decisione calata dall’alto? Se ne facciano una ragione: noi le cose le realizziamo».