Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Non separare etica e business» Tre donne in prima fila
Essere sostenibili non è un obbligo a cui ottemperare per sopravvivere in un contesto di mercato che oggi richiede attenzione ai criteri Esg, piuttosto la conferma che la strada sulla quale ci si è incamminati già da qualche anno sia quella giusta per rafforzare il proprio business. A fare scuola è chi fa impresa nel settore della Salute e del Benessere, tra quelli più direttamente coinvolti nel centrare i 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Tra le realtà del territorio che hanno dimostrato una visione ad ampio raggio sul tema dello sviluppo sostenibile c’è il colosso farmaceutico Zambon. «L’impresa di per sé, quando è sana e ben condotta, crea benessere sociale — afferma Elena Zambon, presidente di Zambon S.p.A. — Questo è ancora più vero per aziende che hanno la responsabilità di prendersi cura della salute delle persone: un’impresa integrale non traccia una separazione tra etica e business e, così facendo, dura nel tempo proprio grazie alla sua funzione sociale». A dare concretezza alle sue parole, le iniziative realizzate dal Gruppo vicentino. «Penso alle attività della Fondazione Zoé, Zambon Open Education, dedicate a promuovere uno stile di vita sano — riprende l’imprenditrice — e a Benvivere, nome sotto il quale abbiamo racchiuso progetti ad alto impatto sociale rivolti al personale come Zambon For Kids, Summer Camp dedicati ai figli dei dipendenti, e Zambon For Others, piattaforma su cui condividere tra colleghi iniziative di volontariato con realtà esterne di solidarietà, partecipazione sociale e cittadinanza attiva». È Elvira Bortolomiol, presidente dell’omonima cantina vitivinicola con sede in Valdobbiadene, a raccontare l’evoluzione in chiave green dell’azienda. «Siamo partiti nel 2008 con la conversione al biologico dei nostri vigneti — racconta l’imprenditrice — nel 2018, poi, è iniziata la collaborazione con Indaco2, spin-off dell’Università di Siena che si è occupato della misurazione della nostra impronta carbonica e della compensazione delle emissioni di CO2 con degli ettari di un’area boschiva di nostra proprietà. Grazie a questo progetto abbiamo ottenuto la certificazione Epd, Environmental Product Declaration: prima dichiarazione ambientale di prodotto internazionale del settore vitivinicolo». Le società di recente fondazione nascono già con un modello di business sostenibile. Come la startup veronese Diamante Srl che fornisce kit ecosostenibili per la diagnosi non invasiva di malattie autoimmuni. «La nostra mission è migliorare la salute delle persone utilizzando i virus vegetali e la loro capacità di riprodursi nelle piante — dice la presidente Valentina Garonzi. — I vantaggi sono una maggior sicurezza per l’uomo, poiché i virus vegetali sono naturalmente a contatto con le persone ogni giorno senza nessun pericolo, e una maggiore velocità produttiva unita a un notevole risparmio di costi. Rispetto ad una sintesi chimica, la produzione di molecole nelle piante è più flessibile, scalabile e modulabile, in linea con le sfide per la sostenibilità ambientale».