Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Marzotto può cavalcare la ripresa Dall’arredo un quarto dei ricavi»
L’ad Favrin, dopo l’acquisizione di Prosetex: il 2022 fa sperare. E noi guadagneremo di più
VENEZIA «Ora abbiamo tutto quel che ci serve, a partire da un’offerta completa che altri non hanno. Dobbiamo esser capaci di cavalcare la ripresa ». Ragiona dell’ultimo passo compiuto da Marzotto, ovvero l’ acquisizione della lombarda Prose tex, Davide Favrin, amministratore delegato dello storico gruppo tessile veneto. Passo che per Valdagno segna anche l’uscita dal tunnel della pandemia e la volontà di tornare a crescere, diversificando con un ingresso più deciso nell’arredamento. «La pandemia ha colpito il tessile di più e più a lungo di altri settori: lo si è visto con la proroga della cassa integrazione - dice Favrin -. L’ambito che ha pagato di più è stato l’abbigliamento formale: sono mancate le occasioni d’acquisto ma anche d’uso, tra lockdown, smartworking ed eventi bloccati. Ora siamo in ripresa - e per alcuni versi anche forte: i grandi clienti stanno riprendendo a ordinare in giro per il mondo - nei business meno legati al formale e nell’arredamento».
E qui c’è il vostro progetto. «Al rilancio di Marzotto nell’arredamento ragionavamo da un paio d’anni; la pandemia ha accelerato tutto. Differenziare ci rende più flessibili rispetto a cambiamenti sempre più imprevedibili. Abbiamo il vantaggio competitivo di una realtà industriale diversificata, con strutture produttive capaci di interagire. Significa esser efficaci nell’innovazione tecnologica e di prodotto e nell’introdurre sostenibilità. Possiamo sfruttare queste capacità per entrare nell’arredamento, mercato molto stabile, in cui vanno garantite continuità di prodotto e servizio».
L’arredamento quanto può pesare in Marzotto?
«Lo serviamo già con Linificio e Canapificio Nazionale, Redaelli e Lanerossi: realizzano qui il 50% del fatturato, 57 milioni nel 2021, di Marzotto Lab. Prevediamo una possibile crescita di questo settore del 10-15% annuo, dagli imbottiti al contract. Nei piani di ripresa l’idea è rafforzare quest’area e andare in continuità nel core business dell’abbigliamento».
Per completare l’offerta di prodotto avete bisogno di altre acquisizioni?
«Abbiamo preso Prosetex, perché completa l’offerta Marzotto nei prodotti per l’arredamento, con i tessuti e i velluti jacquard. Ma anche perché è molto introdotta nel settore e potremo usare i loro canali commerciali, tra l’altro molto forti sul contract, in crescita e per noi molto importante. E poi ha sede in Brianza, uno dei maggiori poli dell’arredamento in Europa; fatto utile anche per conoscere le logiche di clienti e mercato. Qui abbiamo tutto quel che ci serve. Ma lo stesso vale anche nell’abbigliamento, dove per tessuti e marchi abbiamo un’offerta molto completa. Non sento la necessità di conglomerare altre attività».
Come ricavi, come vedete bilanciati abbigliamento e arredamento?
«Se realizzeremo la crescita del 10-15% l’anno sull’arredamento, possiamo immaginare, oltre il polo Ratti, un arredamento al 25% del totale».
E rispetto a una moda sempre più informale che esigenze avete sull’offerta?
«Non credo che il formale sparirà: avrà una contrazione, ma in alcune parti del mondo si assiste a un suo ritorno. Poi, certo, l’azienda deve rinnovarsi rispetto alle esigenze di mercato; e quando dico che nei mesi difficili abbiamo lavorato con ancor più passione e determinazione sul prodotto intendo questo. Andare verso un abbigliamento meno formale significa realizzare tessuti con caratteristiche tecniche più evolute. E qui si pone anche la questione sostenibilità. Fondamentale, in uscita dalla crisi, proporre realtà sostenibili a 360 gradi».
Nel 2019 avevate chiuso con ricavi a 336 milioni. Come va il recupero?
«Il 2020 è stato un anno complicato. Il 2021 sarà ancora di passaggio, visto che nei primi 4-6 mesi i mercati erano fermi. Ora i segnali di ripresa sono forti, le previsioni di chiusura ci parlano, è ovvio, di una crescita sul 2020, ma non ancora ai livelli di due anni fa. Ma stiamo già portando a casa gli ordini per il 2022: ci sono tutte le basi per numeri in significativa ripresa».
E se vi proiettate a 3-5 anni dove vedete Marzotto?
«Non so quanto fatturato faremo. Ma abbiamo fatto tali e tante iniziative d’efficienza in quest’anno e mezzo di crisi che anche se non rivedremo il picco dei 450-460 milioni raggiunto negli anni passati avremo una redditività come minimo allo stesso livello del passato, se non maggiore».
Guadagnerete di più.
«Sì, con una maggiore differenziazione dell’azienda, meno costi e più servizi, e prodotti innovativi in fasce di mercato a più alto valore aggiunto. La Marzotto che esce dalla crisi sarà più forte di prima».