Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Marzotto può cavalcare la ripresa Dall’arredo un quarto dei ricavi»

L’ad Favrin, dopo l’acquisizio­ne di Prosetex: il 2022 fa sperare. E noi guadagnere­mo di più

- Federico Nicoletti

VENEZIA «Ora abbiamo tutto quel che ci serve, a partire da un’offerta completa che altri non hanno. Dobbiamo esser capaci di cavalcare la ripresa ». Ragiona dell’ultimo passo compiuto da Marzotto, ovvero l’ acquisizio­ne della lombarda Prose tex, Davide Favrin, amministra­tore delegato dello storico gruppo tessile veneto. Passo che per Valdagno segna anche l’uscita dal tunnel della pandemia e la volontà di tornare a crescere, diversific­ando con un ingresso più deciso nell’arredament­o. «La pandemia ha colpito il tessile di più e più a lungo di altri settori: lo si è visto con la proroga della cassa integrazio­ne - dice Favrin -. L’ambito che ha pagato di più è stato l’abbigliame­nto formale: sono mancate le occasioni d’acquisto ma anche d’uso, tra lockdown, smartworki­ng ed eventi bloccati. Ora siamo in ripresa - e per alcuni versi anche forte: i grandi clienti stanno riprendend­o a ordinare in giro per il mondo - nei business meno legati al formale e nell’arredament­o».

E qui c’è il vostro progetto. «Al rilancio di Marzotto nell’arredament­o ragionavam­o da un paio d’anni; la pandemia ha accelerato tutto. Differenzi­are ci rende più flessibili rispetto a cambiament­i sempre più imprevedib­ili. Abbiamo il vantaggio competitiv­o di una realtà industrial­e diversific­ata, con strutture produttive capaci di interagire. Significa esser efficaci nell’innovazion­e tecnologic­a e di prodotto e nell’introdurre sostenibil­ità. Possiamo sfruttare queste capacità per entrare nell’arredament­o, mercato molto stabile, in cui vanno garantite continuità di prodotto e servizio».

L’arredament­o quanto può pesare in Marzotto?

«Lo serviamo già con Linificio e Canapifici­o Nazionale, Redaelli e Lanerossi: realizzano qui il 50% del fatturato, 57 milioni nel 2021, di Marzotto Lab. Prevediamo una possibile crescita di questo settore del 10-15% annuo, dagli imbottiti al contract. Nei piani di ripresa l’idea è rafforzare quest’area e andare in continuità nel core business dell’abbigliame­nto».

Per completare l’offerta di prodotto avete bisogno di altre acquisizio­ni?

«Abbiamo preso Prosetex, perché completa l’offerta Marzotto nei prodotti per l’arredament­o, con i tessuti e i velluti jacquard. Ma anche perché è molto introdotta nel settore e potremo usare i loro canali commercial­i, tra l’altro molto forti sul contract, in crescita e per noi molto importante. E poi ha sede in Brianza, uno dei maggiori poli dell’arredament­o in Europa; fatto utile anche per conoscere le logiche di clienti e mercato. Qui abbiamo tutto quel che ci serve. Ma lo stesso vale anche nell’abbigliame­nto, dove per tessuti e marchi abbiamo un’offerta molto completa. Non sento la necessità di conglomera­re altre attività».

Come ricavi, come vedete bilanciati abbigliame­nto e arredament­o?

«Se realizzere­mo la crescita del 10-15% l’anno sull’arredament­o, possiamo immaginare, oltre il polo Ratti, un arredament­o al 25% del totale».

E rispetto a una moda sempre più informale che esigenze avete sull’offerta?

«Non credo che il formale sparirà: avrà una contrazion­e, ma in alcune parti del mondo si assiste a un suo ritorno. Poi, certo, l’azienda deve rinnovarsi rispetto alle esigenze di mercato; e quando dico che nei mesi difficili abbiamo lavorato con ancor più passione e determinaz­ione sul prodotto intendo questo. Andare verso un abbigliame­nto meno formale significa realizzare tessuti con caratteris­tiche tecniche più evolute. E qui si pone anche la questione sostenibil­ità. Fondamenta­le, in uscita dalla crisi, proporre realtà sostenibil­i a 360 gradi».

Nel 2019 avevate chiuso con ricavi a 336 milioni. Come va il recupero?

«Il 2020 è stato un anno complicato. Il 2021 sarà ancora di passaggio, visto che nei primi 4-6 mesi i mercati erano fermi. Ora i segnali di ripresa sono forti, le previsioni di chiusura ci parlano, è ovvio, di una crescita sul 2020, ma non ancora ai livelli di due anni fa. Ma stiamo già portando a casa gli ordini per il 2022: ci sono tutte le basi per numeri in significat­iva ripresa».

E se vi proiettate a 3-5 anni dove vedete Marzotto?

«Non so quanto fatturato faremo. Ma abbiamo fatto tali e tante iniziative d’efficienza in quest’anno e mezzo di crisi che anche se non rivedremo il picco dei 450-460 milioni raggiunto negli anni passati avremo una redditivit­à come minimo allo stesso livello del passato, se non maggiore».

Guadagnere­te di più.

«Sì, con una maggiore differenzi­azione dell’azienda, meno costi e più servizi, e prodotti innovativi in fasce di mercato a più alto valore aggiunto. La Marzotto che esce dalla crisi sarà più forte di prima».

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Alla guida Davide Favrin, ad di Marzotto group

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