Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Zanetti mette in vendita il 30% «Acquisizioni e poi la Borsa»
Gara tra fondi sulla quota: «A non meno di 300 milioni»
TREVISO Un fondo internazionale a cui cedere il 30%, e non un solo decimale in più, per fare acquisizioni. E intorno al 2025 rientrare in Borsa. Tassativamente non in Italia. È la sintesi dei piani di Massimo Zanetti, patròn di Mzbg (Segafredo), che percepisce per il suo gruppo un clima decisamente migliore rispetto a un anno fa, vuoi per l’uscita dalla Borsa di Milano, vuoi per il taglio delle limitazioni alla mobilità dettate dalla pandemia.
Che il barometro volga al meglio lo si legge anche nelle previsioni sui conti 2021: fatturato consolidato di 1,2 miliardi di euro che si confronta con gli 809 milioni dell’ultimo esercizio e i 914 di quello precedente. Effetto, spiega Zanetti, anche del rientro nel perimetro del segmento del caffè crudo, escluso all’atto dell’ingresso in Borsa. A candidarsi a rilevare la quota vi sarebbero parecchi fondi, a cominciare dagli americani Carlyle, Blackstone, Oaktree, Bain e Advent. «Ma ne abbiamo altri che ci corteggiano – aggiunge il presidente – asiatici, di Dubai, del Qatar. La scelta, dopo, di quotarci a New York piuttosto che a Singapore o Hong Kong dipenderà anche dalla nazionalità del fondo scelto. Fermo restando che, se l’offerta non sarà adeguata al valore che riteniamo congruo, la quota resterà in casa». Per esser chiari, Zanetti stima il valore del 30% del gruppo non meno di 300 milioni. «Spero che fra gli investitori nasca una gara – prosegue – e che quella soglia sia superata. Sono disponibile anche a considerare offerte per quote azionarie minori ma non al di sopra di quella percentuale». La partita è in carico a Bnp Paribas.
Il dossier sarà probabilmente definito entro fine anno, per condurre poi in porto altrettanto rapidamente le trattative avanzate per integrare gli operatori su cui il gruppo ha da tempo posato lo sguardo. «Aziende attive nelle bevande calde – precisa ancora Zanetti – e cioè caffè, cacao e the». Dialoghi in stand-by in attesa delle risorse; in ogni caso operazioni più importanti di quelle concluse nei mesi scorsi, con l’acquisto del controllo della torrefazione di Bari Sacaif (famiglia Lorusso) e della totalità di Hoja Verde, in Ecuador.
Rispetto al rientro in Borsa, il presidente ribadisce la ragione per cui il delisting fu deciso: «A un certo punto la Borsa non ci riconosceva più il valore che eravamo certi di avere. Non credo che, quando il titolo si ripresenterà su listini non italiani, assisteremo a fenomeni simili ancora per noi inspiegabili». Nel 2015 Mzbg aveva debuttato a 11,6 euro per azione, ricavando dall’Ipo 128 milioni. L’Offerta lanciata lo scorso anno per il riacquisto dei titoli quotati si era conclusa a 5,5 euro per una spesa di 55 milioni.