Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Dalla città risposta da serie A Il Penzo sarà il nostro fortino»
Cardinaletti: «Quasi sold-out, c’è entusiasmo, pronti i 150 posti in pitch view e l’hospitality Secondi a nessuno sul piano delle emozioni»
Andrea Cardinaletti, direttore infrastrutture del Venezia. Alla prima in casa avete perso con lo Spezia, alla seconda pareggiato col Torino. Alla terza con la Fiorentina sarà una vittoria?
«Ne servono venti di vittorie... Diciamo che la prima l’abbiamo persa, la seconda l’abbiamo pareggiata e la terza vogliamo vincerla, sia pure contro un’avversaria importante. Vogliamo fare di questo stadio un fortino invalicabile per tutti».
La prevendita sta andando a gonfie vele. È stata sfondata quota 7000 presenti.
«In questo momento siamo vicini al sold out. Vorrei ringraziare la tifoseria perché abbiamo un obiettivo tecnico sul campo e un obiettivo televisivo. Secondo la Lega le prime due partite casalinghe sono state al top dal punto di vista della qualità».
Quali feedback avete ricevuto dalla tifoseria nelle prime due partite?
«Dai playoff abbiamo abbattuto le barriere, la nostra tifoseria potrà vivere l’evento al massimo».
Soddisfatti di come sta rispondendo la città?
«Abbiamo puntato a giocare in casa tutte le partite e ci siamo riusciti. Lo stadio a tutt’oggi è un work in progress, per le prossime cinque settimane ci saranno lavori di miglioramento. Nella partita con la Fiorentina inaugureremo i 150 posti in pitch view. Postazioni coperte e privilegiate, l’ultimo tassello delle tribune dopo aver completato Nord, Sud e Distinti. Chi vede la partita nel pitch view è a 12 metri dal campo, anche dalla terza fila dei distinti praticamente è dentro il campo».
Si aspettava questa affluenza crescente di pubblico al Penzo?
«Mi aspettavo che il pubblico rispondesse alle nostre sollecitazioni. In questi mesi ho sentito la spinta e l’incoraggiamento. Vivo a Venezia sette giorni su sette e avevo avvertito questa attesa da parte della nostra gente».
Capitolo Taliercio: come proseguono i lavori?
«Abbiamo ottenuto l’omologazione e ci stiamo attivando per portare le nostre squadre a giocare nel nostro centro. In costruzione c’è un ulteriore campo di calcio 105 x 65 e poi ci saranno molte novità che riguarderanno la nostra area tecnica».
La Cittadella dello Sport in terraferma secondo lei, alla fine, si farà?
«Quando l’amministrazione avvia un percorso di crescita non possiamo che sperare che vada a buon fine. Facciamo il tifo perché vadano avanti tutte le iniziative».
Quali saranno i vostri prossimi passi?
«Stiamo lavorando su qualità della vendita dei biglietti, viabilità e canalizzazione ottimale dei flussi della tifoseria. L’Hospitality Rialto è stata praticamente completata, un’area di 200 metri quadri all’aperto con una veduta straordinaria sulle Alpi, sulla Laguna, sullo stadio. È una chicca unica in Italia, forse unica al mondo. Se confrontiamo il Penzo con le emozioni che possiamo suscitare, non siamo secondi a nessuno. Logico che, se confrontiamo le misure e le dimensioni, siamo sconfitti nei confronti di molte altre realtà».
I tifosi in gabbia a Cagliari. Lei che cosa ne pensa?
«Credo sia inciviltà. Noi abbiamo puntato sull’abbattimento delle barriere e ne siamo molto fieri».
Cittadello dello sport «Quando un progetto viene lanciato è solo un bene, facciamo il tifo perché vada in porto»