Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Teatrino Grassi, il corpo riletto da «Gestus»
Al via la prima esposizione nello spazio disegnato da Tadao Ando. Video e performance in programma
Scarpe di pane, un uomo aggrappato a una vela che fluttua nell’acqua in una danza dal sapore primordiale e un altro che resta immobile per ore all’interno di un cespuglio di foglie di fico in cemento e ferro. Al Teatrino Grassi di Venezia va in scena la sperimentazione pura nel primo progetto espositivo site-specific per gli spazi reinventati da Tadao Ando. «Un dispositivo aperto a risonanze e connessioni: questo luogo già svolge queste funzioni, ma abbiamo pensato a un innovativo format, che si aggiunge e relaziona con le altre attività del Teatrino», spiega Bruno Racine, direttore di Palazzo GrassiPunta della Dogana. Citando Brecht, s’intitola «Gestus» (info: palazzograssi.it) la mostra in due atti a cura del gruppo milanese di VideoSoundArt ispirata alle riflessioni sull’essere corpo avviate dai grandi maestri teatrali d’inizio Novecento – da Artaud e Mejerchol’d - che si compone di una serie di sculture e opere video accompagnate da performance dal vivo. Il primo capitolo, «Rifare il corpo», è partito ieri e si concluderà il 24 novembre. Protagonisti i lavori del veronese Luca Trevisani e del cileno Enrique Ramirez, con i live dello stesso Ramirez, di Caterina Gobbi e Andrea di Lorenzo. Le sculture bioplastiche di Trevisani sono create con elementi organici come amido di mais e fiori uniti a indumenti consunti. L’artista propone anche un video su grande schermo in loop realizzato nel complesso delle grotte dell’Addaura: «In questo luogo – racconta Luca Trevisani - ci sono incisioni rupestri risalenti a 14mila anni fa, testimonianza forte del rapporto tra uomo e natura». Si occupa di tematiche legate ai viaggi e alle migrazioni Enrique Ramirez. Nel video L’homme sans image al centro del foyer del teatrino, vediamo un uomo che il volto ce l’ha ma non una vera identità, è in un ambiente acquatico, stretto a una vela. «Potrebbe essere – spiega Ramirez - il mare ma anche il ventre materno». L’uomo è sospeso tra la vita e la morte o magari in un sogno. Il cileno ci fa scoprire un antico strumento musicale precolombiano che col movimento di liquidi emana dei suoni. A quest’opera Ramirez lega una performance sovrapponendo alle note ancestrali registrazioni sonore veneziane. Altri suoni, stavolta del Monte Bianco sono quelli proposti da Caterina Gobbi. E, come direbbe Luca Carboni, ci vuole un fisico bestiale per la performance di Andrea di Lorenzo, che diventa una sorta di manichino per ore e ore. Il corpo si annulla. Dal 1 dicembre al 15 gennaio sarà la volta di «Gestus II atto: Il montaggio delle azioni» con opere di Ludovica Carbotta e Driant Zeneli e performance di Carbotta con Benedetta Barzini, Annamaria Ajmone e Driant Zeneli.