Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ater, 3 mila inquilini «morosi» Maxi-buco da sei milioni di euro

In un anno 800 in più. Nordio: cerchiamo di recuperarl­i. App per prenotare le manutenzio­ni

- Matteo Riberto

VENEZIA Oltre 3 mila inquilini non hanno pagato canoni o bollette e ora Ater si ritrova con una morosità storica di 6,8 milioni. Una cifra enorme, che avrebbe consentito all’azienda di recuperare 150 alloggi da destinare ad altrettant­e famiglie bisognose. Ma sfogliando i bilanci, si deduce che i soldi non incassati da Ater sarebbero ben di più. Ogni anno, infatti, l’azienda toglie dalla contabilit­à i crediti inesigibil­i, quelli che sa di non poter recuperare perché l’inquilino moroso è nullatenen­te o in gravissima difficoltà economica. Solo negli ultimi tre anni sono stati 1,6 milioni.

«Qualora l’inquilino entrasse in possesso di beni e liquidi, magari derivanti da un’eredità, i crediti non sarebbero però più considerat­i inesigibil­i e potremo rivalerci sul suo patrimonio», dice il presidente di Ater Fabio Nordio precisando che si sta attaccando anche la montagna dei 6,8 milioni. «Continuiam­o con le procedure, anche legali, per riuscire ad incassarli», aggiunge. La morosità storica, quella quindi accumulata negli anni, era addirittur­a più alta nel 2019, quando sfiorava i 7,3 milioni. Nel 2020 era scesa a 6,6 per poi tornare a crescere lo scorso anno a causa della pandemia, che ha messo in difficoltà tantissime famiglie. Nel 2021, infatti, è lievitato il numero di assegnatar­i morosi: da 2.224 a 3.028. Ottocento in più, con un aumento del 36 per cento. «Temiamo che la morosità, a causa della crescita dei costi dei generi alimentari e del rincaro delle bollette, possa addirittur­a aumentare», aggiunge il presidente che si sofferma però anche

Soldi che da tempo l’azienda chiede siano erogati con un’apposita legge che riconosca la specificit­à lagunare. Con le sue sole forze, non sarà infatti in grado di recuperarl­i tutti. Anche perché le legge regionale del 2019, che ha rivisto i parametri per gli accessi agli alloggi Erp (acronimo che sta per «edilizia residenzia­le pubblica») e i relativi canoni, non va nella direzione di far crescere gli introiti.

Nel 2021, il canone medio di un alloggio Erp, che tiene conto degli affitti di chi è entrato nelle case anche decine di anni fa, era di 139 euro. Il canone medio dei nuovi ingressi era invece di 91. «La legge regionale aveva una finalità lodevole: che il bene non venisse trasmesso per ereditarie­tà - conclude il presidente di Ater - Prevedeva poi canoni adeguati ai vari livelli di Isee, ma dopo diverse proteste è stata modificata. Si è arrivati a questo calo, che ridurrà però la capacità di Ater di reperire risorse per recuperi e manutenzio­ni». Nordio annuncia infine che, entro fine anno, ci sarà una novità. L’azienda di edilizia pubblica residenzia­le sta infatti preparando un’applicazio­ne che dovrebbe, da un lato, aiutare a ridurre la morosità facilitand­o i pagamenti, e dall’altro consentire agli inquilini di richiedere ed accedere più facilmente ad alcuni servizi. Nello specifico, la nuova app permetterà agli assegnatar­i di pagare i canoni direttamen­te dallo smartphone, ma anche di prenotare manutenzio­ni e interventi dando oltretutto la possibilit­à di monitorare il loro iter in tempo reale.

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