Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ater, 3 mila inquilini «morosi» Maxi-buco da sei milioni di euro
In un anno 800 in più. Nordio: cerchiamo di recuperarli. App per prenotare le manutenzioni
VENEZIA Oltre 3 mila inquilini non hanno pagato canoni o bollette e ora Ater si ritrova con una morosità storica di 6,8 milioni. Una cifra enorme, che avrebbe consentito all’azienda di recuperare 150 alloggi da destinare ad altrettante famiglie bisognose. Ma sfogliando i bilanci, si deduce che i soldi non incassati da Ater sarebbero ben di più. Ogni anno, infatti, l’azienda toglie dalla contabilità i crediti inesigibili, quelli che sa di non poter recuperare perché l’inquilino moroso è nullatenente o in gravissima difficoltà economica. Solo negli ultimi tre anni sono stati 1,6 milioni.
«Qualora l’inquilino entrasse in possesso di beni e liquidi, magari derivanti da un’eredità, i crediti non sarebbero però più considerati inesigibili e potremo rivalerci sul suo patrimonio», dice il presidente di Ater Fabio Nordio precisando che si sta attaccando anche la montagna dei 6,8 milioni. «Continuiamo con le procedure, anche legali, per riuscire ad incassarli», aggiunge. La morosità storica, quella quindi accumulata negli anni, era addirittura più alta nel 2019, quando sfiorava i 7,3 milioni. Nel 2020 era scesa a 6,6 per poi tornare a crescere lo scorso anno a causa della pandemia, che ha messo in difficoltà tantissime famiglie. Nel 2021, infatti, è lievitato il numero di assegnatari morosi: da 2.224 a 3.028. Ottocento in più, con un aumento del 36 per cento. «Temiamo che la morosità, a causa della crescita dei costi dei generi alimentari e del rincaro delle bollette, possa addirittura aumentare», aggiunge il presidente che si sofferma però anche
Soldi che da tempo l’azienda chiede siano erogati con un’apposita legge che riconosca la specificità lagunare. Con le sue sole forze, non sarà infatti in grado di recuperarli tutti. Anche perché le legge regionale del 2019, che ha rivisto i parametri per gli accessi agli alloggi Erp (acronimo che sta per «edilizia residenziale pubblica») e i relativi canoni, non va nella direzione di far crescere gli introiti.
Nel 2021, il canone medio di un alloggio Erp, che tiene conto degli affitti di chi è entrato nelle case anche decine di anni fa, era di 139 euro. Il canone medio dei nuovi ingressi era invece di 91. «La legge regionale aveva una finalità lodevole: che il bene non venisse trasmesso per ereditarietà - conclude il presidente di Ater - Prevedeva poi canoni adeguati ai vari livelli di Isee, ma dopo diverse proteste è stata modificata. Si è arrivati a questo calo, che ridurrà però la capacità di Ater di reperire risorse per recuperi e manutenzioni». Nordio annuncia infine che, entro fine anno, ci sarà una novità. L’azienda di edilizia pubblica residenziale sta infatti preparando un’applicazione che dovrebbe, da un lato, aiutare a ridurre la morosità facilitando i pagamenti, e dall’altro consentire agli inquilini di richiedere ed accedere più facilmente ad alcuni servizi. Nello specifico, la nuova app permetterà agli assegnatari di pagare i canoni direttamente dallo smartphone, ma anche di prenotare manutenzioni e interventi dando oltretutto la possibilità di monitorare il loro iter in tempo reale.