Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Pesca, fondi europei per uscire dalla crisi Al via gli Stati generali
Perso il 12 per cento del fatturato negli ultimi due anni
VENEZIA Uscire dalla tempesta perfetta pescando il più possibile dai 520 milioni di euro messi sul piatto dall’Europa. L’anno scorso il settore della pesca ha subìto pesantemente gli effetti della pandemia registrando, in Veneto, una contrazione del fatturato del 12 per cento. Il rincaro dei costi del carburante e gli effetti indiretti della guerra in Ucraina rischiano di essere una scure per le 3.137 imprese attive. A otto anni di distanza, Palazzo Balbi ha quindi riconvocato «Gli Stati generali della pesca del Veneto» che, organizzati con l’agenzia Veneto Agricoltura, si svilupperanno in quattro giornate (dal 5 all’8 luglio a Chioggia, Porto Tolle, Caorle e Venezia) durante le quali si confronteranno tutti gli stakeholder per delineare le strade per il rilancio e il futuro sviluppo del settore.
La cornice sono le risorse del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (Feampa) che per il periodo 2021-2027 destina all’Italia quasi 520 milioni per sostenere la pesca, chiamata a svilupparsi all’insegna della sostenibilità. «Il miglioramento della qualità ambientale dei nostri mari e delle nostre lagune, che già portiamo avanti con progetti come la raccolta delle plastiche, e l’esecuzione di lavori di vivificazione su tutto il sistema lagunare saranno due direttrici fondamentali insieme ai sostegni per le imprese», ha spiegato l’assessore regionale alla Pesca Cristiano Corazzari anticipando alcuni punti chiave per lo sviluppo del settore. Che in Veneto è strategico.
Nelle scorse settimane i pescatori si sono fermati in segno di protesta Prima del 2021, nel decennio il fatturato è calato annualmente del 2,8 per cento (un punto in meno rispetto alla media nazionale) ma i numeri complessivi certificano comunque la sua eccellenza.
Il Veneto è la prima regione italiana per produzione di caviale, la seconda per vongole veraci, e vanta il 22 per cento di pescato di sardine. Nel 2020 il fatturato è stato di 158 milioni. Non solo: un’impresa su quattro, in Italia, è veneta e gli addetti sono oltre 4.500. Infine, le tonnellate di pesce prodotto nel 2020 sono state 46.300: il 17 per cento del totale. I numeri sono contenuti nel «Libro bianco della pesca e dell’acquacoltura» che, redatto grazie agli studi della società The European House Ambrosetti, sarà la base dei quattro incontri. Nei primi tre si discuterà di pesca e acquacoltura nelle acque interne, green e blue economy,e fondi Feampa; nell’ultimo — a Venezia — si approfondiranno le proposte del distretto della Pesca del nord Adriatico. La sostenibilità economica e ambientale sarà il faro del rilancio del settore che impatta su 11 dei 17 obiettivi dell’agenda Onu 2030 e garantisce benefici anche ad altri comparti. «Un euro di valore aggiunto generato nella filiera della pesca ne genera ulteriori 1,18 nell’economia del territorio», si legge nel «Libro bianco della pesca».
Le proposte che usciranno dalla giornate per implementare la sostenibilità di mari, lagune e per sostenere le imprese «saranno portate ai tavoli nazionali ed europei», ha assicurato Corazzari. Una buona notizia è stata già anticipata. «La prossima settimana, a Strasburgo, voteremo per i fondi che permetteranno ai pescatori che hanno subito danni a causa della guerra di ricevere gli aiuti necessari», ha detto l’europarlamentare Rosanna Conte, uno degli ospiti degli Stati generali.