Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Imprese schiacciate dall’inflazione «Agire su energia e speculazioni»
VENEZIA Inflazione alle stelle, sopra l’8%, come mai da 30 anni in qua. Gli aumenti dei tassi d’interesse sono alle porte e l’erosione degli utili, in parallelo all’aumento dei costi sta già allargando la divaricazione tra aziende con strumenti finanziari adeguati e tutte le altre. Le previsioni dalle imprese non lasciano molte perplessità su questo scenario e si appellano a governo e Ue perché il contesto straordinario esige urgenza.
«L’onda lunga dell’inflazione – interviene Alberto Baban, presidente della rete di imprenditori veneti Venetwork – era immaginabile ben prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Sarebbe stato saggio prestare attenzione all’allarme di molte imprese che segnalavano l’avvicinarsi di una situazione
complicata. Ora abbiamo un fenomeno di aumento dei prezzi comune un po’ a tutte le aree del mondo ma che, per l’Europa, ha un’accentuata radice energetica invece assente negli Usa come in Asia. Da qui un tema di perdita di competitività nelle esportazioni che, per un Paese come il nostro che campa sul debito, si sommerà a un imminente aumento del costo del denaro. E prestare soldi, per le banche, sarà una sfida: ai fini dei rating, viste le anomalie degli ultimi tre anni, nessun bilancio aziendale potrà essere considerato non drogato dalle molte misure pubbliche di sostegno della pandemia».
Rispetto ai margini di intervento in questo momento Baban non vede che il contrasto alle speculazioni: «Quando, alcuni anni fa, la benzina era salita oltre gli 1,6 euro perché il petrolio costava 160 dollari il barimia
le, ci si stracciò le vesti. Oggi che vale 100 dollari non si comprende perché alla pompa il litro di carburante lo si paghi più di 2 euro. Evidentemente c’è qualcosa di distorto che i governi e le authority antitrust dovrebbero combattere seriamente».
In questo momento, tuttavia, riconosce ancora l’imprenditore, il Pil italiano cresce, il turismo funziona a pieni giri e le autostrade sono fitte di camion. Dunque ci sono le condizioni per attutire l’inflazione stellare di oggi, già proiettata da qualcuno non lontana dai nove punti. Purché si ragioni a medio e lungo termine. «Purtroppo la discussione politica è di basso livello rispetto ai temi che ci attendono», chiude Baban.
Ad esortare una riscrittura delle priorità nel Pnrr è Giancarlo Corò, docente di econo
all’università Ca’ Foscari, di Venezia. «Se sono soprattutto i costi dell’energia a ridurre i margini delle imprese e la capacità di spesa dei cittadini – sostiene – è necessario rimodulare i finanziamenti previsti nella direzione della componente green, e intendo con questo che almeno la metà dei 200 miliardi a disposizione dovrebbero essere orientati nella transizione energetica». Un tema, questo, centrale per prevenire l’apertura della forbice tra fasce di imprese e di popolazione: «Le aziende che più si sono attrezzate investendo sulle rinnovabili affronteranno meglio di altre questa fase, e così le famiglie capaci di sfruttare il pur assurdo strumento del superbonus 110% per l’efficientamento della propria abitazione».
"Baban Prezzi dei carburanti fuori controllo E prestare soldi per le banche sarà una sfida