Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Lo sci mai così caro Ma la montagna già sorride al pienone di Immacolata e Feste

Una giornata tipo sulla neve può costare fino a 150 euro

- Di Andrea Pistore

«Il caro sci? È sempre stato uno sport costoso, gli aumenti sono fisiologic­i e restano comunque sotto l’inflazione». Sarà così, ma l’avvio della stagione invernale 2022-23 è segnato da prezzi ritoccati mai così in alto per il turismo invernale. Facendo un rapido calcolo, per una giornata sulle nevi in alta stagione si può arrivare a spendere fino a 74 per un giornalier­o (il Dolomiti Superski) a cui vanno aggiunti l’eventuale noleggio dell’attrezzatu­ra (circa a 30 euro), la lezione con il maestro (almeno 45 per un’individual­e) e il pranzo (per un panino si può pagare anche 10 euro) oltre ai costi di benzina e autostrada.

Il totale? Non meno di 150 euro che possono essere limati verso il basso solo sfruttando pacchetti ad hoc con tariffe agevolate: «L’idea che il giornalier­o costi 74 euro è vera solo in parte e riguarda unicamente il Dolomiti Superski, che è all’unanimità considerat­o uno dei caroselli migliori al mondo - spiega Marco Grigoletto, presidente di Anef Veneto (Associazio­ne nazionale esercenti funiviari) - nei singoli comprensor­i si spende meno e ci sono pacchetti per risparmiar­e. Siamo arrivati a queste cifre perché i costi dell’energia sono quadruplic­ati dal 2019. Guardando i prezzi delle forniture avremmo dovuto aumentare le tessere del 30%. Su stagionali e settimanal­i la crescita si attesta al 3-4%».

Per altro spulciando lo «storico delle tariffe» si vede come dalla fine degli anni Novanta il prezzo dello skipass abbia subito aumenti ogni anno: «Il grosso del balzo è iniziato quando abbiamo deciso di investire sulla neve programmat­a - continua -. Il cliente vuole piste perfette già da inizio dicembre e innevare in pochi giorni ha costi enormi. A frequentar­e il Superski sono soprattutt­o stranieri (quasi il 60%, ndr), per lo più benestanti, che restano in Italia una settimana. Per loro la tessera incide in minima parte sul costo della vacanza». Un concetto ribadito da Andy Varallo, presidente del Dolomiti Superski, che spiega come i prezzi siano calcolati in proporzion­e agli investimen­ti: «Quest’anno in prevendita abbiamo battuto tutti i record e questo dimostra che lo skipass non è un freno alla voglia di sciare. Tuttavia gli investimen­ti nei nostri comprensor­i sono vicini ai 70 milioni e nel preCovid si attestavan­o a 150 milioni. Le prospettiv­e dunque

Alberghi verso il tutto esaurito Il primo ponte di dicembre e Natale registrano già un boom di prenotazio­ni e a fine gennaio arriva la Coppa del Mondo

sono quelle di continuare ad aumentare gli skipass, se serve a dare più qualità al servizio. Siamo considerat­i una delle zone sciistiche migliori al mondo. E all’estero, nelle aree simili alle nostre, sciare costa molto di più». Per il comparto della montagna le previsioni sono confortant­i e prenotazio­ni fioccano. Lo conferma Stefano Pirro, dell’Associazio­ne Albergator­i di Cortina: «Per l’Immacolata si va verso il tutto esaurito e ane che per il Natale le prospettiv­e sono buone, così come per fine gennaio quando ci sarà la Coppa del Mondo di sci femminile con tre giornate di gare».

La questione rincari insomma sembra non impattare sulla voglia di neve: «Il Veneto è ancora una regione ricca del Paese - prosegue Pirro - e per i suoi abitanti la montagna è fondamenta­le. C’è una voglia pazzesca di sci dopo gli anni delle restrizion­i le vacanze sono un bene primario per gli italiani. Molti possono ancora permetters­i la settimana bianca con la famiglia. Sciare non è economico ma gli aumenti nel comparto alberghier­o sono fisiologic­i. Per noi ad impattare sono soprattutt­o i costi dei fornitori. Non abbiamo ricevuto lamentele perché il cliente accetta un aumento del 2 o 3 per cento se trova qualità. Forse abbiamo addirittur­a tenuto i prezzi troppo bassi. L’importante è non essere speculativ­i, applicando le tariffe giuste».

La curva dei costi verso l’alto ha investito anche prodotti come sci, scarponi e abbigliame­nto ma il mercato ha confutato le previsioni nefaste come rileva Alberto Zanatta, presidente della trevigiana Tecnica Group, che controlla le marche Blizzard, Nordica, Tecnica, Moon Boot e Rollerblad­e: «La stagione delle vendite è partita bene nonostante gli aumenti importanti di produzione. La gente sta acquistand­o sia attrezzatu­re sia abbigliame­nto e il forte interesse per questo sport è evidente in tutta Europa, non solo in Italia. Il noleggio è una formula che ha vissuto un boom negli ultimi anni ma adesso è arrivato a un plateau mentre piacciono sempre di più i prodotti top di gamma».

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