Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Stop del Porto al «pedaggio» nella conca di Malamocco «Accesso senza extra costi»
Il presidente Di Blasio: minimizzare l’impatto delle dighe
«La tutela della competitività, nonché la valorizzazione delle considerevoli risorse pubbliche impiegate nel porto, deve passare anche attraverso misure che minimizzino l’impatto del Mose sulla portualità e garantiscano l’accesso delle navi alle nostre banchine senza extracosti per gli operatori». Fulvio Lino Di Blasio, presidente dell’Autorità di sistema portuale, giovedì mattina non era presente al primo test di passaggio di una nave – in realtà il piccolo motopontone Meduna della flotta dell’impresa Nautilus, lungo 32,5 metri e largo 9 – attraverso la conca di navigazione alla bocca di porto di Malamocco. Ma quando ha letto ieri mattina sui giornali l’ipotesi lanciata dal commissario del Mose Elisabetta Spitz di stabilire un «pedaggio» per le navi che la utilizzeranno per passare a dighe chiuse, ha deciso di mettere subito un punto fermo, confermando le indiscrezioni che vedevano il Porto – ma anche il Provveditorato e la stessa Capitaneria – contrario al «balzello». «Faremo il possibile perché ciò non avvenga», avevano detto anche gli agenti marittimi.
Giovedì il pontone è transitato senza problemi, nonostante la nebbia. La porta lato mare, che scorre su un binario metallico, ci ha messo 6 minuti per aprirsi; quella lato laguna un po’ di più, perché si stanno ancora settando alcuni parametri. E se a questi tempi, che potrebbero essere di circa un’ora a nave, si aggiungono anche i dubbi sulla dimensione massima per entrare – da progetto fino a 280 metri, ma gli operatori sono scettici e parlano di massimo 200-220 metri, per un 10 per cento di navi idonee – ecco che l’ipotesi di dover pure pagare suona quasi come una beffa. A lanciarla, in un recente Comitato tecnico amministrativo, è stata l’Avvocatura dello Stato di Venezia e Spitz è d’accordo: «Finché facciamo le prove non ci sono costi, ma quando la conca sarà funzionante ci sarà una tariffa di passaggio», ha detto l’altro ieri il commissario, precisando però che saranno gratuiti tutti gli utilizzi «in condizioni pericolose», come per esempio una nave da diporto in avaria o in balia delle onde. In realtà non si sa nemmeno chi dovrebbe stabilire le tariffe e quando entrerebbero in vigore: forse a Mose collaudato, cioè tra due anni.
Detto questo, Di Blasio si è però detto soddisfatto che finalmente si inizi a usare la conca, anche se l’ammiraglio Filippo Marini ha spiegato che ora si faranno delle prove step by step, con l’obiettivo di un uso «vero» per la prossima stagione delle acque alte. «La conca di Malamocco è un elemento costitutivo dell’accessibilità nautica al porto che deve essere garantita sia per aspetti di sicurezza, sia per la necessaria tutela del lavoro e della competitività del sistema portuale del Veneto», afferma Di Blasio. Il presidente auspica però anche «un pacchetto più ampio di azioni che devono tendere alla sincronizzazione dell’operatività del Mose con la portualità».