Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Conducente del bus ferito da una biglia di vetro
L’oggetto scagliato da una macchina, vetro in frantumi. Cgil: trovare e punire i colpevoli
Una biglia di ferro scagliata con violenza dal finestrino di un’auto ha colpito e ferito al viso un autista di un bus di linea. È accaduto attorno alle 19.30 di mercoledì: giunto nei pressi dell’azienda Fincantieri a Marghera, in via della Libertà, uno degli autobus di Actv della linea 6 che percorrono la tratta VeneziaSpinea viene accostato da un’auto. Qualcuno dall’interno del veicolo abbassa il finestrino e lancia con forza un pallino di ferro che riesce a mandare in frantumi il vetro alla sinistra dell’autista e colpisce lo zigomo dell’uomo alla guida. «L’ennesima tragedia sfiorata, l’ennesimo morto sul lavoro appena evitato», gridano Alessandra Fontana e Federica Vedova dalla segreteria della Filt Cgil Venezia.
L’autista fortuitamente non ha riportato ferite gravi, certo è che il finale di questa vicenda avrebbe anche potuto essere differente: da due giorni le forze dell’ordine si sono messe alla caccia dei responsabili di quello che si dovrà stabilire se è stato uno scherzo di cattivo gusto o un gesto mosso dall’intento di fare del male. In ogni caso l’organizzazione sindacale non è più pronta ad accettare che simili episodi si ripetano: «Valuteremo la possibilità di costituirci parte civile nel processo a carico dei rei – affermano dalla Fitl Cgil di Venezia – che siamo fiduciosi verranno al più presto individuati e puniti. Gli autisti sono un bersaglio facile da troppo tempo e non soltanto degli utenti, ma anche della politica regionale e locale e dei loro datori di lavoro. Aggrediti, minacciati, costretti a pulire autobus lerci: sono situazioni che denunciamo ogni giorno».
Sull’episodio è intervenuto anche il consigliere regionale del Pd Jonatan Montanariello, rammaricato che la proposta avanzata dal proprio partito in sede regionale sia stata bocciata «Abbiamo chiesto alla Regione di intervenire affinché le aziende di trasporto pubblico si costituiscano parte civile quando avvengono aggressioni ai loro dipendenti – afferma Montanariello – ma l’ordine del giorno non è passato. Una misura simile, se fosse accolta, tutelerebbe di più il dipendente e sarebbe un ulteriore deterrente per chi compie queste azioni vergognose e pericolose».
Massimo Pasqualin, che per l’accusa avrebbe accompagnato Cristian Michielon ad un incontro in cui sarebbe stata commessa un’estorsione nei confronti di un’altra persona: «Io e Cristian ci conosciamo da sempre, abitiamo a 300 metri – ha detto lui – mi aveva invitato a cena a Padova, ma a un certo punto si è fermato a parlare con delle persone. Io mi sono fatto due passi, poi siamo andati a mangiare da McDonald’s». Di concorso nello stesso episodio di estorsione è accusato anche Elia Levach, che però ha negato anche lui. Ha ammesso che Michielon era per lui come uno di famiglia e che in passato gli aveva prestato dei soldi, ma ha assicurato che non ci fosse alcuna usura.
Fistariol è poi accusato di aver rubato delle pensiline di Avm, ma ha spiegato che era stato proprio un dipendente della società a dire a lui e a un suo amico che c’erano quei materiali da smaltire fuori da un capannone. «Ci abbiamo lavorato tre mesi per dividerle, c’erano pensiline, macchinette per biglietti rotte, vetri, plexiglas – ha detto – Ci dissero che se conoscevamo qualcuno interessato a prendersi quel materiale avrebbero risparmiato i costi di smaltimento». Bruno Tommasini, accusato di droga, ha esordito negando di aver mai fatto parte della mala del Brenta e riguardo a un involucro con 160 grammi di droga trovato nella sua auto nel 2021 ha detto che non sapeva che ci fosse e nemmeno chi possa averlo messa. (a. zo.)