Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Forte Sant’Andrea e casa Nicopeja nella rigenerazione spuntano gli hotel
Raccolta di idee per siti dismessi. Ca’ Farsetti: sfida per funzioni diverse
Nel futuro di Forte Sant’Andrea e della casa Madonna di Nicopeja al Lido potrebbe esserci una destinazione turistico-ricettiva. In quali termini e modalità non è chiaro, perché si è ancora a uno stadio di idee di progetto. «Nulla è stato depositato, non c’è nulla di deciso né di definito. Sono progettualità di Cassa Depositi e Prestiti», afferma l’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin. De Martin avrebbe dovuto presenziare ieri mattina all’evento organizzato a Roma dall’Agenzia del Demanio «Reinventing Cities: l’Agenzia del Demanio e la rigenerazione sostenibile del patrimonio immobiliare pubblico», ma quando è stato il turno di Venezia è intervenuto il responsabile sviluppo del territorio del Comune Danilo Gerotto. In sostanza, l’Agenzia ha candidato alcuni progetti, legati a immobili di sua competenza, al concorso internazionale di architettura e design urbano «Reinventing Cities», il programma di C40, la rete mondiale dei sindaci uniti nel contrasto alla crisi climatica: sei siti in cinque città, tra cui la Serenissima.
Se durante la presentazione dei due siti non si è entrati nel merito degli sbocchi progettuali, le slide parlavano chiaro: per Forte Sant’Andrea, con vincolo storico artistico, di circa 25 ettari, 17 edifici per un totale di 9 mila metri quadrati, l’obiettivo è una destinazione museale e turisticoricettiva. Per la casa Madonna di Nicopeja al Lido, il vincolo è paesaggistico, con circa 3.700 metri quadrati di superficie e un’area esterna da 6 mila metri quadrati e destinazione prevista — di nuovo — turistico ricettiva e residenze collettive. Anche se nulla è stato deciso o depositato, si apre lo spiraglio di nuovi hotel (un esempio lampante di isole divenute alberghi si ritrova con il San Clemente Palace o il Marriott all’isola delle
Rose): c’è da ricordare, ovviamente, che i progetti poi dovranno passare al vaglio del Comune, sotto il profilo urbanistico, perché siano «compatibili».
Non è una questione immediata trovare progetti e investitori, si pensi a Poveglia. Per Forte Sant’Andrea, in tempi recenti, si è spesa la sezione veneziana di Italia Nostra che ne immagina una fruizione aperta alla cittadinanza. La casa Madonna di Nicopeja, invece, era gestita fino al 2017 dalla Curia, che aveva lasciato l’immobile perché non più a norma. Ora, con «Reinventing Cities», l’obiettivo è ristrutturare e ridare vita a questi luoghi. «Il riuso non è solo un’occasione per reinventare lo sviluppo del territorio — ha sottolineato Gerotto —, ma una sfida per portare funzioni diverse rispetto al passato». Sarà possibile visionare gli avvisi attraverso la pagina dedicata sul sito del Demanio: gli interessati hanno tempo fino all’11 luglio per presentare i concept di progettazione. clima speciale, con le due università, il Comune e con Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità – dice il presidente Michele Casarin – I diversi progetti sul territorio hanno fatto crescere la nostra responsabilità sociale in città».
Ad arricchire la proposta dell’Accademia, ci sarà un padiglione, a forma di prisma dai colori blu, che occuperà metà cortile della sede agli Incurabili con 350 metri quadrati di superficie. La parte legata al programma pubblico e educativo vedrà la collaborazione con Ocean Space di TBA21Academy, mentre la mostra che verrà ospitata sarà quella dell’artista Josèfa Ntjam. Ovviamente protagonisti in prima linea gli studenti, che saranno coinvolti in workshop, visite guidate e incontri legati all’esposizione.
In tema di Biennale, proprio ieri, la Regione Veneto ha siglato un protocollo triennale e rinnovabile con la Fondazione La Biennale di Venezia, finalizzato alla valorizzazione nel territorio veneto delle attività dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (Asac) e del suo patrimonio.