Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Palazzo Labia in vendita, via libera della Rai
Allarme dei dipendenti: no ai privati, lo compri lo Stato. Gasparinetti: sospendere la cessione
consentire ai sanitari di recuperare il trentenne, dargli le prime cure e poi portarlo al Pronto soccorso. È un tratto di strada chiuso e molto problematico, quello in via Giustizia, dal ponte fino al sottopasso che porta alla stazione il via vai di persone che fanno uso di sostanze è costante giorno e notte. Durante lo scorso inverno nel park o abbandonato vicino alla falegnameria hanno trovato morta una clochard polacca. Tutte le attività della zona, principalmente carrozzerie, giusto la scorsa settimana dopo aver trovato ancora gente sdraiata a bivaccare a terra davanti ai negozi hanno fatto un presidio al Drop in che ha sede proprio di fronte alla falegnameria. I titolari delle attività hanno chiesto al Comune o di ampliare il servizio dei posti letto di accoglienza o di spostarlo per incompatibilità con i negozi. «Non possiamo continuare così», ha detto Paolo Favaretto della Carrozzeria Moderna, 37 furti in dieci anni. (a. ga.)
La vendita di Palazzo Labia, sede della Rai del Veneto, appare sempre più concreta. Il programma di dismissione del patrimonio, di cui si parla da oltre trent’anni è infatti entrato a far parte del piano industriale approvato in questi giorni dal Cda dell’azienda. Il disegno prevede una vendita «a pacchetto» di diversi immobili: si tratta di un gruppo di proprietà che comprende, oltre a Palazzo Labia, la sede Rai di Corso Sempione a Milano, quelle di Genova e Firenze e alcuni stabili nella capitale. Un insieme di edifici che venduto unitariamente ha più probabilità di trovare un compratore visto che in passato sebbene potenziali interessati si fossero fatti avanti, erano stati scoraggiati dai tanti vincoli previsti per la gestione. In tutto 17 gli immobili posti in vendita dalla Rai dal 2026 per cercare di recuperare almeno parte dell’indebitamento che si aggira attorno ai 600 milioni di euro.
Se l’operazione va in porto (incasso previsto di 250 milioni) si procede a un’unica gara a evidenza pubblica con l’obbiettivo di assegnare tutto a un solo compratore. Anche ricorrendo alla formula «lease back», che prevede la vendita a un acquirente che lo riaffitta alla Rai stessa. «I gioielli di famiglia non si vendono», è stata la reazione unanime dell’assemblea di redazione del Tgr Veneto che ieri si è riunita respingendo ogni ipotesi di dismissione del palazzo. «Mettere sul mercato la sede lagunare settecentesca, la più preziosa della Rai, che conserva gli affreschi di Giambattista Tiepolo, rappresenta un depauperamento per il patrimonio di tutto il Paese — sottolinea il personale — con il rischio che finisca in mani private, oggetto magari di speculazioni immobiliari», nonostante sia del tutto esclusa la trasformazione alberghiera. L’assemblea ha chiesto al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che sia lo Stato attraverso il diritto di prelazione a comprare l’immobile d’interesse culturale, storico e artistico assieme ai suoi capolavori, al fine di mantenerlo pubblico. «Facciamo appello a istituzioni culturali, a personalità del mondo artistico e scientifico, alle tante associazioni che difendono il patrimonio italiano e veneto, affinché si mobilitino per evitare la perdita di un bene così prezioso».
Il gruppo consigliare Terra&Acqua ha condiviso il richiamo di ieri del Cdr. «Esprimiamo pieno e totale sostegno ai giornalisti», ha scritto il capogruppo Marco Gasparinetti. «Palazzo Labia non va ceduto, al contrario — sostengono di dipendenti — va utilizzato e valorizzato molto di più. Non si capisce il senso di vendere per tornare in affitto per poter rimanere all’interno. Portare anche la sede della Rai in terraferma significa allontanare un’altra redazione dalla città». Palazzo Labia, costruito tra il XVII e il XVIII secolo ha una superficie di circa 7.500 metri quadri.
Affreschi Ha una superficie di 7500 metri quadrati. Al suo interno gli affreschi del Tiepolo