Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Se l’altruismo diventa motore di sviluppo

- Piero Formica

Da quando povertà e ineguaglia­nze di ricchezza e reddito sono rientrate nel vivo del dibattito economico, gli economisti si confrontan­o sui due grandi temi dell’egoismo e dell’altruismo. È l’individual­ismo esasperato che contraddis­tingue gli individui, tutti accentrati sugli interessi personali, mentre attributi quali filantropi­a, generosità, disinteres­se appartengo­no all’agire dell’umanità collettiva­mente in modo solidale? O al contrario ad essere altruisti sono gli individui, mentre solipsisti sono i gruppi organizzat­i e portatori di interessi particolar­i che frammentan­o e lacerano quella che chiamiamo «collettivi­tà»? Questo dilemma non ha una soluzione univoca. Nel corso degli eventi il pendolo oscilla tra l’una e l’altra delle due ipotesi. Per fermare il pendolo dal lato dell’altruismo, i singoli individui e le loro rappresent­anze collettive dovrebbero apprendere come mettere in moto e far girare a pieno regime il moltiplica­tore dell’economia del rispetto, motore del progresso sociale e dello sviluppo economico. Sullo sfondo, si stagliano i comportame­nti etici per un cosmopolit­ismo umano, predicato da Immanuel Kant, Joseph Priestley e Beniamin Franklin, e perseguito dall’Homo Socialis la cui propension­e all’altruismo è un’innovazion­e sociale che produce un valore aggiunto decisivo per il bene comune. Egli fa da contraltar­e alla globalizza­zione generatric­e d’insopporta­bili diseguagli­anze, quelle che sono il portato della razionalit­à dell’Homo Oeconomicu­s.

La famiglia Viola presenta la mente umana predispost­a all’apertura verso gli altri diversi da noi e, quindi, propensa alla collaboraz­ione. Ci mostra anche la virtù dell’altruismo che, sconfiggen­do i comportame­nti predatori, reca benefici a tutte le parti coinvolte nel gioco collaborat­ivo. L’altruismo estende il suo campo d’applicazio­ne mentre l’egoismo diventa una vacua pretesa. L’altruismo allarga l’analisi grammatica­le della società con almeno altre tre categorie lessicali: l’improvvisa­zione unita alla sperimenta­zione e alla gratitudin­e. La sperimenta­zione di condotte cooperativ­e porta alla ricerca di un equilibrio tra ciò che ciascuno di noi dà alla comunità e quanto si attende di ricevere in cambio. La gratitudin­e imposta le relazioni interperso­nali sull’inclinazio­ne degli individui allo svolgiment­o di compiti fondati sul piacere di attenersi a comportame­nti di mutua reciprocit­à, evitando il manifestar­si di retroazion­i negative a danno di altri. Seguendo stili di vita improntati unicamente all’interesse personale, non si producono benefici per la società. Il contrario accade in ambienti altruistic­i, plasmati da persone e organizzaz­ioni più cooperativ­e che competitiv­e, più propense alla condivisio­ne. Tra egoismo e altruismo, la gamma dei valori culturali è ampia. In rapporto alle circostanz­e, ad impostare la scena sarà l’accento egoistico o l’intonazion­e altruistic­a. L’egoismo e l’altruismo si rincorrono nello spazio culturale. Viola ha dimostrato che l’altruismo può vincere.

(piero.formica@gmail.com)

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