Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Barista accoltella­to, in carcere l’aggressore

Un mese di indagini per trovarlo: l’aveva colpito perché voleva ancora da bere senza pagare

- A. Ga.

Rintraccia­to e arrestato il romeno che ha aggredito con una coltellata alla testa Abul Kasam, il titolare bengalese del bar pasticceri­a Skb in corso del Popolo, il 26 febbraio scorso. Ora l’uomo è in carcere: a suo carico c’era un’ordinanza di custodia firmata dal gip Alberto Scaramuzza e alle 8 del mattino del sabato di Pasqua la polizia lo ha bloccato, portandolo a Santa Maria Maggiore. Con una lama in pugno, quel pomeriggio, l’uomo dell’Est Europa fuori di sé aveva iniziato ad aggredire Abul sferzandog­li la fronte e poi colpendo anche il cugino Tarek, preso di striscio alla mano solo grazie alla sua prontezza di riflessi nello scansarsi dai movimenti imprecisi ma violenti del cliente.

L’avventore a un certo punto era andato su tutte le furie quando pretendend­o che i cugini gli servissero ancora qualcosa da bere e aveva ricevuto il loro diniego perché si era appena rifiutato di pagare il conto degli alcolici già consumati. Le immagini del litigio a sangue e del corpo robusto dell’aggressore che minacciava i cugini con il coltello in pugno hanno fatto il giro dei social. Da quelle immagini sono partite le indagini delle Volanti della polizia della questura che, in arrivo dopo l’allarme al 113 di Abul, erano lì con varie pattuglie per prendere i video, ascoltare i testimoni e portare via il bicchiere adoperato dall’avventore e anche alcuni indumenti con tracce di sangue dei malcapinav­a tati. Il romeno intanto si era dileguato. Probabilme­nte nascondend­osi o allontanan­dosi dalla zona per un po’, poiché sapeva di essere braccato. Forse quello che non immagiè che la polizia era pronta a catturarlo anche perché dalle indagini aveva capito chi era. E sabato, con l’ordinanza in mano, è scattato l’arresto.

Abul Kasam, che a fatica aveva scansato i colpi del romeno inferocito, per il taglio alla testa aveva rimediato alcuni punti al pronto soccorso dov’era arrivato con il volto insanguina­to. Nei giorni successivi aveva lanciato un appello alla polizia. «Stia dalla nostra parte e ci protegga. Non voglio questo tipo di clienti, ma tenerli lontani non è facile». Dopo quell’episodio il bengalese aveva firmato un contratto con la vigilanza privata e aveva pure festeggiat­o la sua guarigione e il ritorno al lavoro invitando a un rinfresco alcune associazio­ni mestrine. Al di là dell’aggression­e l’episodio accaduto di fronte all’ipermercat­o Pam, all’inizio di corso del Popolo, aveva destato tanta preoccupaz­ione al punto che oltre a far scattare le operazioni ad Alto impatto di prefettura e questura per l’ordine e la sicurezza pubblica dell’area anche il sindaco Luigi Brugnaro aveva fatto un sopralluog­o. Il timore di aggression­i fra bande rivali di stranieri in quei giorni stava mettendo in pensiero la città.

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