Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Latte tedesco e maiali danesi Agricoltori, protesta al Brennero
Al valico 1600 veneti. Salvan: «I russi esportano grano attraverso la Turchia»
In milleseicento dal Veneto al Brennero per il «processo» ai tir stranieri: sono agricoltori con la casacca gialla di Coldiretti che per tutta la giornata di ieri (e continueranno anche oggi) hanno protestato contro l’ingresso di prodotti agroalimentari che diventano, sulla tavola, dei «falsi» da mangiare. È iniziata così la campagna contro il «Fake in Italy» e ci sono già i primi imputati: 25 mila litri di latte tedesco diretto a Borso del Grappa, in provincia di Treviso, formaggio già marchiato con un nome italiano a passo spedito verso il Veneto, fiori dall’Olanda e preparati industriali a base di uova fatti in Polonia verso Verona, un carico danese di cosce di maiale destinato a Isola della Scala, nel Veronese. E poi uva indiana spedita a Novara, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, pane e dolci dall’Austria a Catania. Tutto nei primi camion fermati dagli agricoltori, giunti al confine con l’Austria in diecimila da tutta Italia, arrabbiati e intenzionati a non mollare finché non saranno garantite delle soluzioni. Le accuse sono molteplici: l’invasione di cibo e prodotti esteri, la scarsa trasparenza sull’origine e l’etichettatura, la concorrenza sleale che minaccia il settore agroalimentare tricolore.
Alla guida della delegazione veneta c’erano il presidente di Coldiretti Carlo Salvan e la direttrice Marina Montedoro. «I settori più danneggiati, per quanto riguarda le merci che passano attraverso il valico del Brennero, sono il lattiero caseario e l’ortofrutta - ha affermato Salvan -, ma se consideriamo anche i porti c’è lo stesso problema con i cereali e l’importazione di grano duro. In particolare quello extraeuropeo che viene dalla Turchia, ma che in realtà è frutto di una triangolazione di grano russo». È così che il Paese aggira i rigidi vincoli dell’Europa e l’embargo: facendo passare le merci attraverso i territori dei governi «amici». L’Italia, dice Salvan, deve difendersi e l’appello è all’Europa: «La nostra proposta è avviare un’iniziativa di legge popolare europea in 7 stati membri: dobbiamo disciplinare in modo rafforzato le importazioni, in modo che si diano regole, tracciabilità e trasparenza per i cittadini e i consumatori, pretendere l’etichettatura di origine per tutti i prodotti agroalimentari».
La mobilitazione è iniziata ieri di prima mattina: all’area indicata per la protesta, i tir stranieri venivano fermati. Sotto lo sguardo delle forze dell’ordine, gli agricoltori prendevano le bolle di carico e le leggevano come un atto processuale: «Questo latte va a Napoli, diventerà una mozzarella spacciata per italiana».
I veneti sono pronti a rimanere in trincea anche oggi: «I valichi e i porti non possono continuare ad essere un colabrodo da cui passa di tutto – continua Salvan -. Il Brennero è un luogo fortemente simbolico per il passaggio dei falsi prodotti made in Italy che invadono il nostro mercato ed è da qui che rilanciamo la nostra battaglia sulla trasparenza dell’origine in etichetta che è un diritto dei cittadini europei. Chiediamo sia una priorità della nuova Commissione Ue e del nuovo Parlamento dopo le elezioni europee».
L’eurodeputato leghista Paolo Borchia sostiene la protesta degli agricoltori: «Non siamo più disposti ad accettare ulteriori soprusi: gli obblighi che vengono imposti ai produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo. Basta prodotti stranieri senza regole che non rispettano il principio di reciprocità, cibi importati e camuffati che penalizzano consumatori e produttori. Giusto pretendere maggiori controlli, soprattutto ai varchi, per contrastare l’importazione di cibi trattati con sostanze e metodi vietati in Europa». E oggi è atteso al sit-in anche Luca De Carlo, presidente della commissione Agricoltura al senato, coordinatore veneto di FdI.
"Salvan Questo è un crocevia per la produzione del falso made in Italy
Borchia (Lega) Dobbiamo pretendere maggiori controlli qui ai varchi