Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I sindacati contro Eni Inceneritore pressing sul Comune
per dare vita ad un mercatino di Natale. L’ottobre scorso un’associazione ha portato alla Nave l’Oktober Fest, iniziativa che tornerà anche quest’anno. Nello stesso periodo, in occasione dell’Ottobre rosa, abbiamo ospitato nei nostri spazi l’Usl 3 tramite la quale le nostre clienti hanno potuto prenotare una visita gratuita di prevenzione. Poi abbiamo dato ai ragazzi che hanno appena terminato la scuola la possibilità non solo di trovare lavoro grazie al nostro aiuto, ma anche di frequentare dei corsi che gli consentano di inserirsi nel mondo del lavoro già con delle competenze, tutto ciò grazie al progetto Generation. Quest’anno abbiamo fatto entrare nella nostra realtà tutte le scuole del territorio dando vita ad un concorso online per disegnare una mascotte per Nave de Vero».
Quali sono gli eventi che hanno avuto più affluenza?
«Sicuramente grande successo hanno avuto le serate in compagnia di Annalisa, Noemi, Irene Grandi, i Maneskin, Marco Mengoni. Ma uno dei momenti che ricorderemo per sempre è quando, sabato scorso, il piccolo Niccolò di Venezia ha incontrato dal vivo per la prima volta la nuova mascotte che lui stesso aveva disegnato».
«Se Eni Versalis pensa di sanare i conti in negativo sacrificando i lavoratori di Porto Marghera troverà da parte nostra solo una forte opposizione». La società sembrerebbe voler mettere in atto sia un blocco delle assunzioni sia una «scrematura» dei lavoratori di Marghera dopo un 2023 chiuso con più di 600 milioni di euro di disavanzo in bilancio. I sindacalisti di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil non ci stanno, e chiedono a Eni Versalis di riceverli al più presto. «Non possiamo accettare ancora una volta — dicono le segreterie provinciali — che Eni dia tutta la colpa ai fattori geopolitici se loro non possono realizzare investimenti: vogliamo garanzie sul piano occupazionale prima di parlare di riorganizzazioni». A maggio del 2022 infatti, mentre da un lato Eni Versalis ha chiuso gli impianti di Cracking e Aromatici, dall’altro Eni lanciava un nuovo piano d’investimento per l’area industriale veneziana con la realizzazione di un impianto di idrogeno, uno per la produzione di 30 tonnellate annue di alcol isopropilico, uno per l’essicamento dei fanghi e uno per il riciclaggio meccanico delle plastiche, la creazione di un Competence Center sulla Manutenzione e il potenziamento dell’hub logistico con un nuovo impianto criogenico. «Di tutti questi impegni che Eni si è presa — affermano i sindacalisti – noi non abbiamo più avuto alcuna informazione. Eni non può mancare di mantenere le promesse fatte, perché segnerebbero un passo avanti verso l’ambiente, con l’abbandono dell’uso delle materie fossili e il recupero dei materiali da riciclare». Per questo i sindacati puntano ad ottenere un incontro anche con Comune e Regione. Ma sono tempi duri per Eni, il cui progetto di realizzare un inceneritore di fanghi civili sempre a Porto Marghera è stato frenato dal parere negativo dell’Istituto superiore di Sanità nei giorni scorsi. «Già oltre un anno fa abbiamo formalmente interrogato il sindaco sulla regolarità urbanistica dell’impianto che a noi risulta incompatibile con le norme vigenti — dice il consigliere Verde Gianfranco Bettin — il parere dell’Iss ora rende ancora più urgente che il Comune risponda».