Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
In elicottero dal Vaticano La messa alle 11 per 10 mila fedeli
oramai dimezzato: negli anni Settanta, i preti diocesani e quelli regolari (cioè che appartengono a un ordine, come gesuiti, francescani ecc) erano complessivamente seimila, scesi a 4.800 nel 2004 fino agli attuali 3.700. Venezia, per fare un esempio, è passata dai 714 preti del 1969, ai 266 dell’ultimo censimento del 2022. E in futuro sarà anche peggio: la sola Chiesa vicentina prevede che gli attuali 380 sacerdoti diocesani, tra quindici anni scenderanno a 150. Anche per questo si discute da tempo di aprire a ruoli di maggior impegno per le donne, ma la verità è che probabilmente è troppo tardi per pensare che siano loro a compensare la mancanza di vocazioni: negli anni Settanta erano 17mila le religiose che facevano capo al Veneto, ora sono meno di un terzo.
Il risultato? I nostri sacerdoti sono sempre più sfiancati, stressati e depressi, costretti a correre da una parrocchia all’altra e a occuparsi di tutte le incombenze. A volte non resta che alzare bandiera bianca: in ogni diocesi del Triveneto, di media due o tre preti all’anno chiedono di staccare beneficiando di un periodo sabbatico.
Messe deserte e matrimoni civili Allargando lo sguardo dai parroci ai parrocchiani, si scopre che ad accogliere papa Francesco è una comunità cristiana ormai ampiamente secolarizzata. Secondo l’Istat appena il 18,7 per cento della popolazione frequenta un luogo religioso almeno una volta alla settimana (appena sotto la media italiana), e uno su tre alla messa non ci va mai. Per intenderci, siamo meno praticanti di quanto lo siano nelle regioni del Mezzogiorno (23 per cento, con punte del 24 in Calabria e Sicilia) ma anche nelle Marche (19,2) e in Trentino (19,5). Il dato si riflette su quelle tappe della vita che un tem
Papa Francesco domattina arriva in elicottero dal Vaticano per celebrare in piazza San Marco una messa destinata a passare alla storia. Visita alle 9 il padiglione della Santa sede dentro il carcere femminile della Giudecca, prima tappa del pellegrinaggio che lo condurrà alle 11 davanti a quasi diecimila fedeli accorsi dalle parrocchie del territorio per ascoltarlo officiare. Prima, però, saluterà i giovani del patriarcato di Venezia. Più di un migliaio, in campo della Salute, ai piedi della basilica del Longhena. Lungo il tragitto, in motoscafo attraverso canale della Giudecca, il tradizionale saluto «alzaremi» è l’omaggio dall’acqua che hanno preparato per il pontefice remiere e associazioni di voga cittadine. La mattinata culmina, oltre il ponte di barche che Francesco attraverserà in «papamobile» tra la Dogana e San Marco, sul palco-altare allestito sotto l’ala Napoleonica delle procuratie. Ad attenderlo, autorità civili e religiose, e oltre novemila fedeli seduti o in piedi nell’area recintata per l’occasione da varchi e controlli, presidiati da militari e volontari. La fine dell’evento è prevista intorno alle 13.
(Costanza Francesconi)