Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
SE LA CULTURA ORIGINA SVILUPPO
C’è un rapporto tra apertura mentale e culturale e sviluppo economico? La domanda è meno peregrina di quel che potremmo immaginare. Basti pensare all’ambiente cosmopolita e dinamico, amichevole rispetto alla presenza giovanile, interessato alle differenze culturali e alle diversità di genere, tendenzialmente aperto H24, di tutte le città globali e, in generale, delle realtà in crescita come capacità attrattiva, in termini di turismo e di impresa. La Fondazione Nord Est ha appena presentato il suo Rapporto 2016, e il grosso dell’attenzione, come logico, è stato calamitato dai dati economici e dalla loro interpretazione: che segnalano alcuni indicatori positivi, ma anche molti indicatori strutturali di declino. Su questi dati può essere utile anche un ragionamento di tipo più culturale. Perché se è vero quanto abbiamo scritto all’inizio, è vero anche il reciproco: c’è una correlazione anche tra chiusura culturale e ripiegamento economico. Vediamone qualche esempio. Cominciamo dall’istruzione. La Fondazione Nord Est ci segnala un tasso di disoccupazione tra i laureati molto elevato. Un dato drammatico in sé, in crescita, e in controtendenza praticamente con il mondo. E’ il segnale che l’istruzione non è valutata come si deve. E infatti il differenziale salariale tra laureati e diplomati è scarso: tanto che in un anno oltre 2500 persone con in tasca un titolo pari a una laurea triennale o più hanno lasciato il Veneto in cerca non solo di miglior fortuna, ma di un riconoscimento maggiore della loro qualificazione. Il tutto in una regione che ha un tasso di laureati inferiore alla media nazionale, che a sua volta è quella di un paese che ha la metà dei laureati di altri concorrenti europei comparabili. Aggiungiamoci la demografia: agghiacciante. L’indice di vecchiaia è in costante crescita, al punto che in Friuli, che ha il dato peggiore, per la prima volta ad ogni giovane sotto i 15 anni corrispondono più di due anziani sopra i 65. E per la prima volta nel Nordest sono in diminuzione persino gli immigrati (a dispetto degli allarmismi continui sul tema), che erano i soli a tenere un po’ alte le dinamiche demografiche. Facciamo finta che esista una regione in cui l’istruzione non è premiata, l’invecchiamento della popolazione è drammatico, gli stranieri sono malvisti, la politica è tendenzialmente chiusa alle diversità (culturali, religiose, di orientamento sessuale), la conoscenza delle lingue straniere è scarsa [...]