Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Bpvi, c’è l’intesa sul fondo per ricapitalizzare
Bpvi, si scelgono i tre nuovi consiglieri mentre lunedì il cda approva il prezzo dell’aumento di capitale
C’ è l’intesa sul fondo per le ricapitalizzazioni bancarie. L’annuncio è arrivato ieri sera al Tesoro ed avrà effetti innanzitutto sull’aumento di Bpvi.
VENEZIA «Per il piano banche, diciamo che per il governo è la settimana giusta». L’annuncio dell’intesa per costituire il fondo «salvabanche», 5 miliardi di euro in una Sgr già esistente per le ricapitalizzazioni - ad iniziare da quelle di Bpvi e Veneto Banca - e lo smaltimento dei crediti deteriorati, arriverà in serata, dopo il vertice al ministero del Tesoro. Ma il premier Matteo Renzi, ieri, ne anticipa l’esito già in tarda mattinata a Verona, al Vinitaly. I dettagli arriveranno oggi, compresi il quadro delle partecipazioni di banche, assicurazioni, Fondazioni e Cassa depositi. Ma certo la novità è di rilievo, in apertura della settimana del conto alla rovescia verso l’aumento di capitale di Popolare di Vicenza. Renzi a Verona spinge il fondo con capitale privato. È chiaro, a questo punto, che si deve chiudere, per evitare boomerang. La Borsa ha mostrato di gradire la soluzione, con due giornate, venerdì e ieri, di prezzi in rapida risalita, dopo settimane di caduta libera. Il Banco Popolare è schizzato all’insù ieri di un altro 10%, a 5,36 euro, dopo un crollo del 60% dei valori da inizio anno e aver toccato il minimo storico giovedì scorso a 4,35 euro. E della soluzione beneficia anche Vicenza, i cui bond hanno ripreso a salire. Ieri sulla piattaforma Eurotlx tre dei quattro maggiori rialzi tra le obbligazioni bancarie sono di bond Bpvi: il Bpvi 5% in scadenza il 30 maggio 2021 (Isin: It0004721582) ha guadagnato il 2,75%, il Bpvi 4,6% subordinato 15 dicembre 2017 (Isin: IT0004657471) il 2,73%, il Bpvi subordinato 8,5% 28 dicembre 2018 (Isin: It0004781073) il 2,44%.
Ora l’attesa si sposta sui dettagli e sulle partecipazioni, anche venete, al fondo. Tra le Fondazioni bancarie, che hanno garantito una «dote» di 500 milioni, dopo la lettera del presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti che caldeggiava la partecipazione, venerdì Fondazione Cariverona aveva maturato un orientamento per il no nelle riunioni del cda e del consiglio generale. Ieri a Padova è toccata a Fondazione Cariparo riunire nel pomeriggio il consiglio generale. Bocche cucite all’uscita; ma l’impressione è che alla fine preverrà la linea della responsabilità. Le riserve potrebbero esser sciolte già oggi, dettagli del fondo alla mano, in una riunione del cda. Ma per esempio a Roma c’era anche l’Ad di Cattolica, Giovanni Battista Mazzucchelli, che riferirà al cda mercoledì.
Intanto, incassata una notizia positiva, Bpvi procede verso l’aumento. Oggi la riunione del cda che dovrebbe cooptare i tre nuovi consiglieri, dopo le dimissioni di dieci giorni fa di Giorgio Tibaldo, Nicola Tognana e Maurizio Stella. Dovrebbero entrare i docenti universitari a Tor Vergata e alla Luiss di Roma Giorgio Lener e Alessandro Musaio e il penalista bellunese ed ex parlamentare Maurizio Paniz, legato da un rapporto di fiducia col presidente Stefano Dolcetta.
I contatti con fondi e investitori arrivano alla stretta finale. E la riunione del cda che fisserà la «forchetta» di prezzo delle azioni per l’aumento di capitale dovrebbe esser convocata lunedì prossimo, con l’inizio della «prenotazione» delle azioni, il bookbuilding, al via il 19 aprile. L’esordio in Borsa resta fissato il 3 maggio. Ma la situazione resta fluida. Mentre non si è spento l’eco della punta di domenica di Report, che ha proposto nuovi dettagli sulle compravendite preferenziali di azioni e nel corso della quale il Procuratore di Vicenza, Antonino Cappelleri, non ha escluso l’ipotesi sequestri di beni, ieri sono arrivate altre valutazioni di analisti. Dopo Mediobanca, Jp Morgan, anch’essa nel consorzio di collocamento, ha tagliato le stime del piano industriale: l’utile 2018 è valutato a 141 milioni, il 30% in meno dei 202 dichiarati da Vicenza, e di 218 al 2020, contro i 309 indicati da Bpvi «principalmente per un margine di interesse e di commissioni più basse».