Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Venezia, ticket sui treni dei turisti Sindaco e Ferrovie fanno squadra
La tassa si applicherà ai convogli a lunga percorrenza. Per Ca’ Farsetti 15 milioni di euro l’anno
VENEZIA Chi arriva in treno a Venezia contribuirà alla salvaguardia della città. Esattamente come fa chi soggiorna negli alberghi pagando la tassa di soggiorno. Un piccolo sovrapprezzo sui collegamenti a lunga percorrenza per portare i soldi per la manutenzione del centro storico. E così dopo i nuovi pontili con gli accessi privilegiati per i veneziani, il Comune ha deciso di «chiamare a raccolta i turisti». Del resto il sindaco Luigi Brugnaro ha più volte sottolineato come la specificità di Venezia generai un extra costo di 40 milioni di euro, soprattutto per la raccolta dei rifiuti. Perché se è vero che gli abitanti sono poco meno di 60 mila, è anche vero che la città deve far fronte a un’ondata di oltre 20 milioni di turisti all’anno. Alcuni si fermano in città, altri arrivano alla mattina (mangiano, consumano, sporcano) e partono la sera.
La soluzione è una sorta di ticket, quello che hanno chiesto inutilmente tutti i sindaci fino a ieri. Ca’ Farsetti da una parte, Ferrovie dall’altra, Luigi Brugnaro e Renato Mazzoncini hanno trovato un’intesa di massima che presto sfocerà in un protocollo. Quello che sarà siglato prima dell’estate sarà un accordo quadro che supererà l’intesa che Brugnaro ha firmato il mese scorso sulla stazione di Mestre. Il piano parte dalla riqualificazione dello scalo per poi mettere un punto fermo sulla fermata della Tav fino ad arrivare al «contributo» per Venezia. Le stime parlano di una quindicina (almeno) di milioni di euro all’anno considerando che alla stazione ferroviaria di Santa Lucia arrivano 32 milioni di persone, esclusi i pendolari. L’obiettivo è di intervenire sul turismo «mordi e fuggi», fuori dal pagamento della tassa di soggiorno (anche chi arriva a Venezia su pullman turistici e lancioni paga l’accesso con le Ztl). L’idea sarebbe quella di introdurre un sovrapprezzo di 1-1,5 euro sui biglietti ferroviari che arrivano a Venezia, da passare direttamente a Ca’ Farsetti per la salvaguardia. La svolta è avvenuta nelle settimane scorse dopo che sindaco e amministratore delegato hanno impostato un accordo quadro. Mestre diventerebbe stazione della Tav, mentre verrebbe istituito un nuovo collegamento con l’aeroporto Marco Polo, dove sarà realizzato un terminal interrato, raggiungibile attraverso un raccordo ferroviario.
E’ chiaro, però, che un accordo di queste proporzioni potrebbe sottendere anche una collaborazione futura tra Comune, le sue aziende e Ferrovie sul fronte del trasporto pubblico considerando che Busitalia (società del Gruppo Fs che si occupa di trasporto persone con autobus) vorrebbe entrare nel mercato veneziano, così come sta facendo nelle altre città unificando le forze tra il trasporto ferroviario e il trasporto pubblico locale, favorendo anche un’integrazione tariffaria. Ha già cominciato a farlo con City Sightseening, l’azienda che offre il giro turistico della città con i vaporetti rossi (nelle altre città del mondo lo fa con i pullman doppi), che ha un contenzioso aperto proprio con Ca’ Farsetti. Davanti c’è la privatizzazione del 10% del servizio, ma fra qualche anno anche la gara di tutta la rete urbana, terraferma e navigazione. E pare essere proprio questo l’obiettivo della società delle Ferrovie. Partecipando in maniera autonoma o entrando nella compagine societaria di Actv (l’azienda del trasporto pubblico locale). Un’operazione che potrebbe concretizzarsi nel 2017.