Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
I presidi: «Gli agenti non entrano più a scuola per i controlli anti-droga»
Donazzan convoca i questori. Ma la Finanza: noi ci siamo
VENEZIA Divampano le polemiche a Roma per la preside che ha chiamato i carabinieri dentro al liceo Virgilio per arrestare uno studente-pusher. Ma in Veneto la protesta è di segno diametralmente opposto, con l’assessore regionale Elena Donazzan che fa proprie le lamentele dei vertici di alcuni istituti, secondo cui agenti e militari si sarebbero detti impossibilitati a entrare nei plessi con i cinofili. «Chiedo un incontro ai questori per ragionare insieme ai dirigenti scolastici sulla presenza e sul ruolo delle forze dell’ordine nella scuola», afferma la responsabile dell’Istruzione.
Donazzan solleva il caso con un comunicato: «Qualche giorno fa un preside mi ha segnalato la presenza di spaccio a scuola, riferendomi che aveva chiesto aiuto alla polizia perché intervenisse con i cani antidroga, anche a fini preventivi. La risposta dell’ispettore di polizia è stata che le forze dell’ordine hanno avuto indicazioni “dall’alto” di non entrare nelle scuole perché il loro ruolo non deve essere invasivo». L’assessore non svela l’identità del dirigente e dell’istituto («sono del Veronese», si limita a dire), ma precisa che non si tratta di un caso isolato: «Ho ricevuto segnalazioni analoghe da altri istituti superiori di Verona, Vicenza, Venezia e Padova, a cui è stata ripetuta questa spiegazione dell’ordine “dall’alto”. Mi pare evidente che si tratta della disposizione sbagliata di un governo permissivista, che ha quella visione di sinistra per cui le forze dell’ordine dentro una scuola sarebbero una minaccia per gli alunni. Invece ai nostri ragazzi dobbiamo insegnare che sotto la divisa non c’è il nemico che ti punisce, ma l’amico che ti difende». L’azzurra annuncia inoltre che proporrà alle scuole del Veneto di adottare il contratto formativo che l’istituto salesiano San Zeno di Verona fa firmare ai suoi allievi e ai loro genitori: «Se ti beccano con uno spinello — sintetizza — ti allontanano da scuola».
Il codice di comportamento della realtà scaligera, che conta 1.500 iscritti tra formazione professionale e istruzione tecnica, prevede sanzioni disciplinari anche in caso di violenza e furto. «Ma siamo convinti che pure gli stupefacenti rappresentino un rischio per la crescita corretta dei nostri giovani — spiega don Alberto Poles, amministratore della scuola — per questo periodicamente chiamiamo le forze dell’ordine ad effettuare dei controlli. Ma se in passato l’attività è stata svolta senza problemi all’interno del nostro complesso, da qualche tempo non è più così. Ho chiamato tre volte la Questura e due volta la Guardia di finanza, ma mi hanno risposto che le verifiche si sarebbero fermate fuori dai cancelli, spiegandomi in modo esplicito che hanno ordini dall’alto in questo senso. Lo stesso mi è stato riferito dalla preside di un’altra scuola».
Dal comando regionale delle Fiamme Gialle assicurano il massimo impegno su questo fronte: «Siamo a disposizione dell’autorità di pubblica sicurezza, per tutti gli interventi che vorrà indicarci, dentro o fuori dalle scuole». I dirigenti insistono perché i cani antidroga possano però varcare la soglia degli istituti. «Altrimenti — sottolinea don Poles — va a finire come abbiamo già visto: i primi ragazzi che arrivano alla mattina e vedono le pattuglie fuori dall’istituto avvertono via Whatsapp i loro compagni, affinché si disfino delle sostanze durante il tragitto». Per l’assessore Donazzan l’urgenza è tale da richiedere un tavolo di discussione: «Contro la droga, ma anche contro il bullismo, occorre che le forze dell’ordine contribuiscano a dare serenità e senso di protezione ai ragazzi e al lavoro degli educatori».