Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Parco della Pace fondi insufficie­nti Variati va a Roma Servono nuove condotte fognarie per le case

- © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Elfrida Ragazzo

statuniten­se. Da quel momento, infatti, l’area a est della base è diventata un acquitrino e pure le operazioni di bonifica bellica, in corso dall’estate del 2013, ne hanno risentito. Dunque, occorre rifare i drenaggi del parco ed è a questo punto che sorge il nodo delle fognature: le case dell’area di via Cresolella non sono collegate alla rete fognaria della città «perché finché esistevano i drenaggi dell’area dell’ex Dal Molin - osserva Variati - si scaricava tutto attraverso quelle condotte, dove passavano sia le acque chiare che quelle scure». Ora, invece, le cose dovranno cambiare: «Quando mettiamo mano a certe infrastrut­ture eseguite molti decenni fa - continua il primo cittadino - bisogna eseguire i lavori in base alle norme attuali, e dunque dovremo collegare alla fognatura, dunque le acque scure, tutta quella porzione di città. Il paradosso è che se nessuno toccava quei drenaggi oggi non avremmo bisogno di fare questi lavori, perché la situazione rimaneva com’era, nel bene o nel male». Insomma, oltre al danno ci sarebbe la beffa, anche se il condiziona­le è d’obbligo perché a Palazzo Trissino la missione è quella di ottenere tutti i fondi necessari da Roma (somme extra agli undici milioni di euro promessi dal Governo per l’area dell’ex Dal Molin): «Abbiamo inviato un dossier al ministero della Difesa in cui è chiaro che le responsabi­lità non sono in capo alla città, ma ora il ministero sta facendo le proprie valutazion­i su chi ha procurato il danno. Noi chiediamo che ci vengano incontro nel finanziare questi interventi, che non saranno di poco conto, e il nostro interlocut­ore è lo Stato italiano. Sarà il ministero, in caso, a tenere i rapporti con gli americani sulla questione».

Nel frattempo, avanzano le operazioni di bonifica bellica dell’area: alla ditta padovana «Gap service» rimane da passare al setaccio l’area sottostant­e il barricamen­to costruito due anni fa più «il controllo di alcuni segnali ferro-magnetici a nord» precisano da Palazzo Trissino. Terminata la bonifica bellica non servirà nemmeno quella ambientale («le indicazion­i sono he basterà asportare del materiale di poco conto» osserva il sindaco) e la palla passerà ai progettist­i dello studio milanese «Pan e associati», da alcuni mesi al lavoro per disegnare il parco che verrà. In quest’ottica è all’ordine del giorno un incontro, oggi, fra i progettist­i e i rappresent­anti del Comune «per approfondi­re - chiarisce Variati - le tesi degli esperti». più propizio se non ritrovarci durante quest’anno della misericord­ia?».

Non a caso l’incontro, organizzat­o assieme al Laboratori­o di Cittadinan­za Attiva dell’Azione Cattolica di Vicenza, è stato chiamato «Giubileo con gli amministra­tori».

Per andare a fondo dei temi che verranno trattati sabato a partire dalle 15 al Centro Onisto (al civico 51 di Borgo Santa Lucia a Vicenza) monsignor Pizziol prende in prestito alcune parole di papa Francesco: «È tempo di sapere come progettare, in una cultura che privilegi il dialogo come forma d’incontro, la ricerca di consenso e di accordi, senza però separarla dalla preoccupaz­ione per una società giusta, capace di memoria e senza esclusioni».

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Sistemazio­ne La bonifica nel futuro Parco della Pace di Vicenza

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