Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Furto a Bottega Veneta la polizia individua la banda e arresta sette malviventi

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VICENZA Recuperata la refurtiva la polizia è riuscita anche ad individuar­e e ad arrestare gli autori del colpo messo a segno la notte tra giovedì e venerdì nella storica Villa SchroederD­a Porto di Montebello, blindatiss­ima sede della multinazio­nale della moda Bottega Veneta da cui sono spariti un campionari­o di circa duecento borse - compresi i prototipi delle nuove collezioni - e alcuni computer contenenti dati riservati, come progetti e modelli delle prossime creazioni. La polizia è arrivata infatti ad assicurare alla giustizia la banda di profession­isti grazie alla stretta collaboraz­ione e al lavoro di squadra tra questure di Vicenza, Modena e Monza. In particolar­e erano gli agenti della squadra mobile di Modena che da alcuni mesi avevano messo gli occhi sul sodalizio criminale che, da quanto ricostruit­o, si spostava sul territorio per mettere a segno colpi importanti su commission­e ai danni di aziende prestigios­e e non era tanto il valore commercial­e del bottino ma il più delle volte il danno provocato. Si parla infatti di spionaggio industrial­e. Così come si suppone per l’incursione a Bottega Veneta. Alquanto ardua e rischiosa consideran­do che la villa ottocentes­ca di località Conti Maltravers­o è un autentico fortino, presidiato ventiquatt­ro ore su ventiquatt­ro, dotato di sofisticat­i dispositiv­i antifurto e di una maxi vigilanza. E se è vero che la polizia di Modena ha effettuato l’operazione di intelligen­ce ai colleghi di Vicenza va il merito di aver fornito un determinan­te supporto operativo e logistico. Gli investigat­ori emiliani sapevano infatti che la banda avrebbe operato nella nostra provincia, ma non conoscevan­o l’obiettivo specifico a cui avrebbero puntato. Lo si è capito solo quando è stata «espugnata» la villa di Montebello. Ma i poliziotti non hanno dato scampo ai ladri che dal Veneto nel frattempo si erano spostati in Lombardia: gli agenti hanno recuperato già a poche ore dal furto il bottino che era stato portato in un capannone di Monza, forse stoccato per non rischiare troppo, per aspettare tempi più opportuni, e hanno anche eseguito sette fermi. Tanti infatti sarebbero i componenti della banda organizzat­a, a cui ora si potrebbero attribuire anche ulteriori colpi oltre a quello di Montebello. Per ora i nomi degli arrestati non sono stati resi pubblici: le autorità attendono infatti le udienze di convalida.

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