Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
MAFIA, NUOVI INNI FB, NUOVI SILENZI
Riina junior fa scuola. Dopo la pagina Facebook del figlio dell’ex capo dei capi di Cosa Nostra e l’inquietante consenso ottenuto, ecco un’altra iniziativa «tematica»: ’O Sistema, ovvero l’enciclopedia della mafiosità. Siamo di fronte ad un vero e proprio inno alla teoria e prassi della criminalità organizzata, con tanto di lezioni su atti (e misfatti), frasi e foto, esempi da seguire o evitare: dai valori di chi predica l’omertà e odia gli «sbirri» fino agli infami e a chi rivendica il diritto a una vita da criminale. Naturalmente tutto avviene nell’anonimato: senza nome gli amministratori del gruppo di Napoli che si dichiara «a sostegno dei carcerati e delle carcerate». Agghiacciante il risultato: in poche ore la pagina ha raggiunto quasi 25mila fan con post di approvazione.
Una realtà che richiama il caso Riina junior e l’intervista della discordia a «Porta a Porta», poi la pagina Facebook di lancio del libro del figlio di Totò «confinato» a Padova, quindi l’editoriale del direttore del Corriere del Veneto sulla censura a due velocità da parte del colosso dei social: da una parte l’oscuramento dei «nudi patinati» del grande fotografo Helmut Newton a Venezia; dall’altra nessun intervento sulla pagina del figlio dell’ex numero di Cosa Nostra con annessi inni sperticati alla mafia. Ciò che colpisce, ancora una volta, rispetto anche alla pagina di «’O Sistema», è il malinteso senso del diritto di opinione secondo Facebook. Per il colosso dei social, infatti, «è vietato inneggiare ai crimini commessi», tuttavia - sostiene Facebook - «consentiamo alle persone di sostenere la legalità di attività criminali o di condividere le loro opinioni nonché di parlarne in termini umoristici o satirici». Ma, ancora: «Rimuoviamo i contenuti che esprimono sostegno a gruppi che si distinguono per il loro comportamento violento o criminale. Non è consentito sostenere o elogiare i leader di tali organizzazioni o giustificare le attività violente (…)». Peccato che al momento in cui scriviamo, già le foto di copertina della pagina di «’O Sistema», dicano l’esatto contrario: s piccano i richiami all’abc dei malavitosi, alle loro vite violente, alla ‘necessità’ di commettere reati ma anche alla difesa dell’onore e a non tradire mai. Non mancano le citazioni di «Scarface», del «Camorrista», del «Padrino». Una pagina di bontemponi? Una campagna pubblicitaria di pessimo gusto? O la cruda realtà? Di fatto, con «’O Sistema » la mafiosità viene offerta in pasto alla Rete. Nel silenzio di chi dovrebbe controllare.