Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Muore a 14 anni in palestra tra le compagne
All’Artusi di Recoaro studentessa uccisa da un arresto cardiaco, come la cugina anni fa
RECOARO Dramma all’istituto alberghiero e della ristorazione «Artusi» di Recoaro. Una ragazza di 14 anni, studentessa del primo anno, è stata colta da malore durante l’ora di educazione fisica nella palestra della scuola con le compagne. Il tutto è avvenuto sotto gli occhi degli insegnanti. I soccorsi sono stati immediati. Il tentativo di rianimarla sul posto con il defibrillatore in uso all’istituto è risultato inutile.
RECOARO Muore a 14 anni, dopo 5 minuti di corsa di riscaldamento durante l’ora di educazione fisica. Una ragazza di Recoaro, studentessa in prima all’istituto alberghiero Pellegrino Artusi dello stesso borgo termale altovicentino, si è sentita male ieri pomeriggio quando la lezione di ginnastica era appena iniziata.
Veronica Griffani è stata soccorsa da subito dagli insegnanti, con un defibrillatore, poi anche gli operatori medici del Suem hanno tentato di rianimarla per 40 minuti: ma tutto è stato inutile. Con ogni probabilità si è trattato di un problema cardiaco.
Veronica avrebbe compiuto 15 anni il prossimo 6 dicembre. Il dramma improvviso, ieri, ha sconvolto la scuola e l’intero paese: è successo a metà pomeriggio nella palestra della scuola (in cui ci sono lezioni pomeridiane più giorni alla settimana). «Erano circa le quattro, l’ora di educazione motoria era appena iniziata – spiega il preside Giorgio Guerra – Veronica stava correndo, la professoressa Virna Storti ha notato che era un po’ più lenta degli altri, barcollava, e le si è avvicinata per chiederle se andava tutto bene». La ragazza le è crollata tra le braccia, la docente l’ha presa al volo appoggiandosi al muro. Sorreggendola, l’ha adagiata a terra e le ha chiesto come si sentiva, ma la giovane aveva già perso conoscenza. A quel punto l’insegnante ha iniziato a praticarle il massaggio cardiaco, e tramite gli altri ragazzi ha dato l’allarme al resto del corpo docente. Due professori sono arrivati di corsa con un defibrillatore, mentre altri hanno dato l’allarme al 118. «Tutti i docenti dell’istituto sono abilitati e capaci di usare un defibrillatore, hanno seguito un corso apposito un anno e mezzo fa – riprende Guerra – e speravamo tutti che quelle lezioni non fossero mai necessarie. Purtroppo, non è stato così». Dopo pochi minuti all’Artusi è arrivata un’ambulanza medicalizzata, una dottoressa ha preso il posto dei docenti e tentato a lungo la rianimazione con l’apparecchiatura per la defibrillazione. Un tentativo disperato, «il medico ci ha detto che Veronica aveva già le mani che si stavano raffreddando, e non dava segni». Dopo quasi tre quarti d’ora, alle 17 circa, gli operatori del Suem hanno dovuto arrendersi.
Veronica lascia una sorella e i genitori Alberto e Cinzia. La coppia, ieri pomeriggio, è stata avvisata subito dalla scuola e dalle forze dell’ordine. Sconvolti, circondati dai familiari, padre e madre hanno atteso fuori dall’istituto in un silenzio interrotto solo da lacrime che i carabinieri effettuassero tutti i rilievi di polizia scientifica, e che la salma venisse portata via. Genitori, zii e amici hanno poi seguito il mezzo con all’interno la barella, fino all’ospedale. Si è chiusa nel silenzio, sotto choc, anche l’insegnante di ginnastica che per prima ha soccorso la ragazza. «I medici ci hanno detto che la rianimazione praticata dai docenti è stata esemplare, è stata soccorsa subito. E tuttavia il malore che ha colpito Veronica è stato improvviso ed evidentemente gravissimo. Forse è un problema congenito» conclude, senza saper darsi pace, il preside. Se è così, però, a scuola nessuno ne sapeva nulla: l’accaduto ha sconvolto bidelli e insegnanti, molti dei quali presenti e in lacrime, e che ieri sono rimasti nell’istituto fino a sera. Ed è facile prevedere che la vicenda desterà grande impressione in tutto il quartiere dove sorge l’alberghiero: Veronica abitava a breve distanza. «Persone vicine alla famiglia ricordano che tempo fa anche una sua cugina, sempre minorenne, è morta per un problema cardiaco a scuola. Anche questo porta a pensare a problemi congeniti. Però è tutto nel campo delle ipotesi: solo ulteriori esami, se verranno decisi dalla procura, ci diranno esattamente cosa è successo» conclude il dirigente. A questo punto, infatti, spetterà al sostituto procuratore del tribunale di Vicenza decidere come agire.
Il preside Si pensa siano problemi congeniti