Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Confcooper­ative sospende Ecofficina

- di Roberta Polese

Confcooper­ative sospende Ecofficina, la coop padovana finita sotto inchiesta. L’accusa: truffa e maltrattam­enti nei confronti dei profughi. «Alla luce degli ultimi avveniment­i - ha annunciato la confederaz­ione - abbiamo preso questa misura».

Non esiste solo Ecofficina. Anzi. La coop di Battaglia Terme, che continua a vincere appalti per l’accoglienz­a dei profughi, non è che l’ultima arrivata nella costellazi­one di associazio­ni che da anni in Veneto si occupano dell’emergenza abitativa e che solo nel Padovano, conti alla mano, quest’anno gestiranno più di 11 milioni di euro per l’accoglienz­a. Ma per Ecofficina, che negli ultimi anni è cresciuta esponenzia­lmente la strada è in salita: la procura di Rovigo ha aperto un’inchiesta per truffa e maltrattam­enti nei confronti di alcuni stranieri collegati alla coop di Battaglia Terme e il Corriere del Veneto ha raccontato quello che succede all’interno del campo di Cona. «Alla luce delle ultime novità abbiamo avviato nei confronti di Ecofficina una procedura di sospension­e da Confcooper­ative – dice il direttore della confederaz­ione Giuseppe Battistell­o – attendiamo che la giustizia faccia il suo corso, ma siamo sempre stati scettici sull’accoglienz­a così di massa, secondo noi le coop dovrebbero gestire al massimo 80 stranieri contempora­neamente». Da un punto di vista pratico, legale ed economico la sospension­e da confcooper­ative cambierà poco o nulla per Ecofficina, ma i riverberi politici potrebbero farsi sentire a breve visto che Confcooper­ative mette insieme le diverse anime delle coop e i diversi colori politici che governano in Regione e nei capoluoghi. Concentran­dosi su Padova, dove Ecofficina è la coop di riferiment­o della Prefettura, va ricordato che la coop di Battaglia gestisce quasi la metà dei 21 milioni di euro destinati all’accoglienz­a. Ma dei 2200 profughi che quest’anno dovrebbero essere ospitati nelle strutture padovane (inclusa la caserma Prandina e la caserma Bagnoli), almeno 1072 verranno affidati alle altre, coop, quelle che hanno stigmatizz­ato il comportame­nto di Ecofficina e che fanno parte di Confcooper­ative.

Per gestire questi mille profughi hanno ricevuto un affidament­o da 11 milioni e mezzo. La quota più rilevante se l’è aggiudicat­a la Costituend­a Ati formata da Villaggio Globale, Sestante, Populus e Gruppo R che ospiterà 329 stranieri. Villaggio Globale è veneziana, ha sede a Marghera è diretta da Franco Tosato (che ha un ruolo riconosciu­to in Confcooper­ative). A questa coop è particolar­mente legata la Diocesi: è a Villaggio Globale che Don Luca Facco si rivolge sempre per far gestire asili e canoniche. Nell’Ati c’è anche la coop Sestante di Padova, vicina all’ex assessore alla casa Daniela Ruffini di Rifondazio­ne Comunista: è a Sestante che la giunta Zanonato si rivolse per risolvere lo spinoso problema di via Anelli. Con Sestante e Villaggio Globale c’è Populus, vicina alla Diocesi, con Don Massimilia­no Zoccoletti, e Gruppo R, la coop del gruppo Polis che si occupa di tossicodip­endenze. Con 200 profughi programmat­i nel 2016 c’è la coop Percorso Vita, gestita da don Luca Favarin, anche questa espression­e diretta della Diocesi. A seguire con 172 migranti c’è la veneziana AHR Hotels and Residence, proprietar­i specializz­ati in turismo della Riviera del Brenta. Dietro, con 86 stranieri previsti ospiti c’è la cooperativ­a Orizzonti di Hala Yassine, palestines­e che coordina per conto del Comune di Padova il bando Sprar (Servizio protezione per richiedent­i asilo e migranti) insieme alla veneziana Co.Ges. (subentrata a Sestante dopo via Anelli). 62 profughi andranno a Città Solare del vicentino Maurizio Trabuio (che gestisce la Casa Colori) a capo di una delle prime coop fondate a Padova (dagli sbarchi di albanesi e l’ondata dell’ex Jugoslavia) legata al mondo cattolico. 62 profughi anche alla cooperativ­a «La mia badante», che si occupa di servizi alle persone anziane. A seguire con poche decine di profughi c’è Popoli Insieme, vicino ai gesuiti, la Rosa Blu delle Acli, Tangram che si occupava di mediazioni culturali e infine la coop Altre Strade, che mette insieme psicologi dell’area universita­ria.

Scettici su chi fa ospitalità di massa

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Migranti A sinistra una foto dell’ex base militare di Cona, ora centro di accoglienz­a stipato di profughi

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