Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Muri anti profughi, i conti delle imprese «Danni enormi per export e turismo»
Al via i lavori per la barriera al Brennero. L’autotrasporto veneto stima perdite per 17 milioni all’anno
VENEZIA Un colpo di benna e via ai lavori. È cominciata ieri mattina al Brennero la costruzione della barriera destinata a limitare l’accesso dei migranti dall’Italia all’Austria, ma accusata di determinare pesanti ripercussioni sull’economia del Veneto. Stando ai calcoli di Conftrasporto, infatti, il danno per le sole imprese venete dell’autotrasporto ammonterà a circa 17 milioni di euro l’anno, «come costi causati dalle maggiori attese al valico, aumento di spesa per il personale e diminuzione dei viaggi e della velocità di consegna», ai quali andranno poi sommate le possibili perdite per la bilancia commerciale e per il turismo.
Il cancelliere Werner Faymann ha ribadito che «è assolutamente fuori discussione» un intervento come quello che ha definito «il management di confine»: nel giro di otto settimane saranno realizzate quattro corsie, di cui due per le auto e due per i camion, che verranno deviati in un piazzale per essere sottoposti agli accertamenti a vista e attraverso scanner di calore (capaci di verificare la presenza di persone nascoste a bordo). Il filtro scatterà «al più tardi dal primo giugno», ha detto Hans Peter Doskozil, ministro della Difesa. «Sicuramente ci saranno più controlli e più code, ma questo muro è il segno di un governo, quello italiano, che non ha gestito per nulla questa situazione, tanto che siamo gli unici a non aver ancora chiuso le frontiere», commenta da Vinitaly il leghista Luca Zaia, governatore del Veneto. «Il blocco del Brennero è la conseguenza dell’incapacità dell’Ue di gestire le sue frontiere esterne», concorda Lorenzo Fontana, vicesegretario federale del Carroccio. «I danni economici possono essere estremamente importanti», rileva però la dem Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, anche in riferimento al mercato turistico del Nordest, di cui austriaci e tedeschi costituiscono una fetta considerevole.
Secondo un’elaborazione del Centro Studi Unioncamere Veneto su dati Istat, relativi al 2015, il Veneto esporta in Austria merci per 1,7 miliardi di euro e ne importa per 1,6 (il saldo è positivo per 78 milioni), nell’ambito di un interscambio con i Paesi del Nord che supera i 17 miliardi di export e i 16 di import. Annota poi l’Ufficio Studi di Confartigianato Veneto: «Verso Austria, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia e Svezia, i sei Paesi che hanno introdotto deroghe temporanee agli accordi di Schengen, si concentra oltre un quarto dell’export manifatturiero regionale, per un valore vicino ai 16 miliardi». Nazzareno Ortoncelli, presidente veneto degli autotrasportatori di Confartigianato, lancia così l’allarme: «Il ripristino dei controlli da parte dell’Austria avrà un impatto devastante per il trasporto merci su gomma e di riflesso sul loro costo e quindi sui flussi dell’export, penalizzando migliaia di piccole imprese che mandano i loro prodotti in Europa». Aggiunge Sergio Barsacchi, responsabile regionale di Cna Fita: «Purtroppo gli autotrasportatori subiscono le decisioni dei governi. Staremo a vedere cosa succederà da qui a fine maggio. Indubbiamente l’aggravio dei costi è comunque un rischio concreto».
Ne è certo Flavio Furlani, numero uno di Cia Veneto: «Le nostre imprese agricole esportano al Nord soprattutto ortofrutta, come insalate, pomodori e fragole, prodotti caratterizzati da una notevole deperibilità, per cui non possiamo permetterci di perdere ore e ore in coda alla frontiera. Questo filtro alla libera circolazione delle persone minaccia di tradursi in un concreto rallentamento dell’interscambio commerciale». Ma per Martino Cerantola, leader regionale di Coldiretti, non sarà tutto male: «I controlli non sono mai sbagliati. Potrebbe anzi essere l’occasione per verificare per bene i prodotti agroalimentari che importiamo e bloccare i falsi made in Italy».
Ortoncelli Impatto devastante per i viaggi su gomma Furlani Frutta e verdura rischiano di deperire Cerantola Controlli utili contro i falsi made in Italy