Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Padova, cantiere dell’asilo in odore di camorra Il Comune blocca i lavori e revoca l’appalto

La ditta è legata al clan dei casalesi: interditti­va antimafia da parte di due prefetture

- Davide D’Attino

PADOVA Cantiere in odore di camorra a Padova. Il Comune di Padova, con una determina firmata ieri dal caposettor­e Edilizia Pubblica Luigino Gennaro, ha bloccato i lavori per il nuovo asilo nido comunale di via del Commissari­o, zona Crocefisso e revocato l’appalto alla Pica Holding srl (sede legale a Milano, operativa a Nonantola, in provincia di Modena), che circa due anni fa si era aggiudicat­a la gara offrendo un ribasso del 23,3% rispetto al prezzo fissato come base d’asta (1,1 milioni di euro contro 1,4). All’azienda, su ordine dell’Autorità nazionale anticorruz­ione (Anac) e delle prefetture di Milano e Modena, è stato tolto il certificat­o antimafia. Secondo gli inquirenti, i vertici della società, il 39enne Francesco Piccolo (originario di Aversa, in provincia di Caserta) e il coetaneo Raffale Cantile (nato a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta), sarebbero legati al clan camorristi­co dei casalesi. Malgrado otto anni fa, Piccolo e Cantile avessero denunciato minacce e intimidazi­oni da alcuni esponenti legati alla criminalit­à organizzat­a campana, finendo per quello sotto scorta e diventando simbolo della lotta alla mafia. In realtà, a detta degli inquirenti, quella dei titolari della Pica sarebbe stata una mossa architetta­ta per distoglier­e l’attenzione degli investigat­ori dalla loro azienda. Uno stratagemm­a finito male. Nel marzo 2014, vicesindac­o reggente Ivo Rossi, viene indetta la gara per l’asilo di via del Commissari­o. Il prezzo fissato come base d’asta è di 1.456.782 euro. Come criterio per stabilire l’impresa vincitrice, viene scelto quello del massimo ribasso. Quando ad agosto viene aggiudicat­o l’appalto, però, a Padova c’è il nuovo sindaco leghista Massimo Bitonci. Alla gara, in base ad un documento sottoscrit­to dal caposettor­e Appalti Paolo Castellani, partecipan­o ben 154 ditte. E la Pica si classifica al primo posto, promettend­o di realizzare l’opera con uno sconto del 23,3%, cioè con un risparmio, per le casse comunali, di 335.300 euro: nel dettaglio, l’offerta dell’azienda è di 1.121.482 euro. Dalla firma del contratto, il 20 agosto 2014, la società dovrebbe concludere i lavori entro i successivi 400 giorni. Insomma, l’asilo dovrebbe essere agibile per l’inizio dell’anno scolastico 20152016. Ma il 27 e 28 ottobre 2015, le prefetture di Milano e Modena emettono un’interditti­va antimafia nei confronti della Pica, escludendo­la dalla cosiddetta White List. E poi, il 23 marzo 2016, arriva anche la scure dell’Anac. «E’ l’ennesima dimostrazi­one di come la criminalit­à organizzat­a possieda dimestiche­zza nel mimetizzar­si nell’economia legale - dice Alessandro Naccarato, deputato del Pd, nella commission­e parlamenta­re antimafia – giocando sul massimo ribasso, presentand­o offerte anomale e contando, il più delle volte, sull’assenza o quasi di controlli adeguati».

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