Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Padova, cantiere dell’asilo in odore di camorra Il Comune blocca i lavori e revoca l’appalto
La ditta è legata al clan dei casalesi: interdittiva antimafia da parte di due prefetture
PADOVA Cantiere in odore di camorra a Padova. Il Comune di Padova, con una determina firmata ieri dal caposettore Edilizia Pubblica Luigino Gennaro, ha bloccato i lavori per il nuovo asilo nido comunale di via del Commissario, zona Crocefisso e revocato l’appalto alla Pica Holding srl (sede legale a Milano, operativa a Nonantola, in provincia di Modena), che circa due anni fa si era aggiudicata la gara offrendo un ribasso del 23,3% rispetto al prezzo fissato come base d’asta (1,1 milioni di euro contro 1,4). All’azienda, su ordine dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e delle prefetture di Milano e Modena, è stato tolto il certificato antimafia. Secondo gli inquirenti, i vertici della società, il 39enne Francesco Piccolo (originario di Aversa, in provincia di Caserta) e il coetaneo Raffale Cantile (nato a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta), sarebbero legati al clan camorristico dei casalesi. Malgrado otto anni fa, Piccolo e Cantile avessero denunciato minacce e intimidazioni da alcuni esponenti legati alla criminalità organizzata campana, finendo per quello sotto scorta e diventando simbolo della lotta alla mafia. In realtà, a detta degli inquirenti, quella dei titolari della Pica sarebbe stata una mossa architettata per distogliere l’attenzione degli investigatori dalla loro azienda. Uno stratagemma finito male. Nel marzo 2014, vicesindaco reggente Ivo Rossi, viene indetta la gara per l’asilo di via del Commissario. Il prezzo fissato come base d’asta è di 1.456.782 euro. Come criterio per stabilire l’impresa vincitrice, viene scelto quello del massimo ribasso. Quando ad agosto viene aggiudicato l’appalto, però, a Padova c’è il nuovo sindaco leghista Massimo Bitonci. Alla gara, in base ad un documento sottoscritto dal caposettore Appalti Paolo Castellani, partecipano ben 154 ditte. E la Pica si classifica al primo posto, promettendo di realizzare l’opera con uno sconto del 23,3%, cioè con un risparmio, per le casse comunali, di 335.300 euro: nel dettaglio, l’offerta dell’azienda è di 1.121.482 euro. Dalla firma del contratto, il 20 agosto 2014, la società dovrebbe concludere i lavori entro i successivi 400 giorni. Insomma, l’asilo dovrebbe essere agibile per l’inizio dell’anno scolastico 20152016. Ma il 27 e 28 ottobre 2015, le prefetture di Milano e Modena emettono un’interdittiva antimafia nei confronti della Pica, escludendola dalla cosiddetta White List. E poi, il 23 marzo 2016, arriva anche la scure dell’Anac. «E’ l’ennesima dimostrazione di come la criminalità organizzata possieda dimestichezza nel mimetizzarsi nell’economia legale - dice Alessandro Naccarato, deputato del Pd, nella commissione parlamentare antimafia – giocando sul massimo ribasso, presentando offerte anomale e contando, il più delle volte, sull’assenza o quasi di controlli adeguati».