Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Traffico di virus, processate Capua» Ma cade l’accusa di tentata epidemia
VERONA Dalla paura del contagio allo scandalo giudiziario. Ma a distanza di dieci anni dai timori per una possibile diffusione di massa dell’influenza aviaria, la mega inchiesta aperta dalla procura di Roma ha fatto registrare ieri a Verona una svolta decisiva. Dal pm Maria Beatrice Zanotti, infatti, è giunta durante l’udienza preliminare una richiesta di proscioglimento per la più pesante delle imputazioni contestate ai 14 indagati, quella di tentata epidemia, che prevede l’ergastolo. Caduta l’accusa penalmente più gravosa, restano in piedi invece le contestazioni di associazione a delinquere finalizzate alla concussione e alla corruzione, reati per cui il pm ha chiesto al gup Laura Donati il rinvio a giudizio della ricercatrice padovana Ilaria Capua, che da tre anni è deputato alla Camera. Oltre a lei, a rischiare il processo risultano anche il marito Richard John William Currie, incaricato alla vendita del kit diagnostico dell’aviaria per l’azienda Fort Dodge di cui era funzionario; Paolo Candoli, manager della Merial spa; Giovanni Cattoli, dirigente del laboratorio di virologia del Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria di Padova;Pierluigi Crippa, amministratore delegato della Merial spa. Avrebbero, secondo l’accusa, «compiuto atti contrari ai doveri dei propri uffici attraverso la stipula con le ditte Merial spa e Fort Dodge, di contratti per la cessione del brevetto relativo al test discriminatorio “diva” realizzato con attrezzature e personale dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie nell’esclusivo interesse delle ditte». Ma la virologa non ci sta: «Alla prossima udienza parleranno i miei legali Tiburzio e Armando De Zuani ed emergerà che tutto è stato fatto in modo legale e trasparente. Sono serena e anche contenta che finalmente la verità stia emergendo: la tentata epidemia non c’è mai stata, e a dirlo in aula è stata la stessa procura. Era un’accusa assurda, ed emergerà presto anche l’assurdità delle altre».