Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Profanata la tomba di Miotto l’alpino morto in Afghanista­n Il padre trova una statua rotta: «È cattiveria umana»

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Un oltraggio alla tomba dell’alpino di Thiene Matteo Miotto, ucciso a fine 2010, a 24 anni, durante una missione in Afghanista­n. O l’opera di qualche ladro di rame senza scrupoli che ha passato in rassegna il campo santo. In ogni caso un gesto che suscita sdegno e sconcerto il danneggiam­ento della statua in ferro raffiguran­te una vedetta che dal 2013 veglia sulla tomba del caporal maggiore che, come da suo volere, è stato sepolto nell’area del cimitero in cui riposano i caduti della Grande Guerra.

La statua è stata scagliata in un angolo con disprezzo. Lì dove lunedì è stata rinvenuta dal padre dell’alpino, Franco Miotto, che ha denunciato i fatti su Facebook, condividen­do il suo stato d’animo. «Era dal giugno 2013, dai giorni dell’adunata Triveneta Alpini di Schio, che questa scultura in ferro, dono di un artigiano bresciano e assemblata con frammenti bellici della Grande Guerra, stava sulla tomba di Matteo – scrive il genitore – Oggi (lunedì), rispettand­o la mia visita quotidiana alla tomba del ragazzo, ho trovato la statua vilipesa e buttata in un angolo tra resti di calcinacci». Di qui la condanna, lo sfogo. «Cosa posso dire come padre a fronte di un tale gesto di spregio? Amareggiat­o posso solo chiedermi chi è stato e perché l’ha fatto. – scrive ancora papà Miotto - Mi ero ripromesso misura e sobrietà nelle mie espression­i di pensiero su Facebook, ma dopo attenta riflession­e trovo giusto far conoscere questo scampolo di cattiveria umana».

Decine i messaggi di solidariet­à e di disprezzo verso quel vile gesto gratuito ricevuti online.

A pubblicare un pensiero anche il sindaco di Thiene Giovanni Casarotto. «Purtroppo l’inciviltà e la mancanza di rispetto e l’affievolir­si dei valori stanno portando a una pericolosa deriva. Per questo dobbiamo ancora di più impegnarci ognuno nel nostro ruolo e nel posto che occupiamo all’interno della nostra società». Ai familiari di Matteo il primo cittadino ha espresso «solidariet­à per questo vile atto che condanno fermamente». A rivolgersi a papà Miotto, in un momento di sconforto, anche il generale Marcello Bellacicco. L’attuale vicecomand­ante delle Truppe Alpine che nel 2010 guidava il contingent­e italiano in Afghanista­n sulla statuetta violata scrive: «Franco, la nostra forza è quella di rimetterla al suo posto una, due, mille volte senza mai tentennare o avere dubbi, forti dei nostri ideali, sempre leali verso chi crede in noi e generosi nei confronti degli stolti, concedendo loro l’ennesima occasione di capire».

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Snow, a Buji, Afghanista­n. Si trovava in missione con la brigata Julia
 ??  ?? A terra La statua distrutta
A terra La statua distrutta

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