Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Dicono no al quesito Confindustria, Cisl e tecnici: per molti il vero obiettivo è il governo
“stop alle trivellazioni” quando non ce nè nemmeno una è falsificare la realtà. Dichiarare che si sono/saranno enormi danni all’ambiente e all’economia turistica costiera veneta quando non è assolutamente così è falsificare la realtà».
Ma il referendum ha diviso internamente anche i Democratici. A livello nazionale e regionale il Pd è per l’astensione. Idem il circolo Rovigo Centro, che però non è in linea con il sentire prevalente nel territorio. «Il referendum serve solo a dare uno strumento per contestare l’azione riformatrice del governo – sottolinea Nadia Romeo, capogruppo in consiglio comunale a Rovigo –. Spiace vedere esponenti del nostro partito a braccetto con la Lega Nord su questo terreno». Il non nominato è il consigliere regionale Graziano Azzalin, nel comitato nazionale per il «sì» e in prima linea su una posizione che, tra altri dirigenti polesani, raccoglie anche la vicesegretaria regionale, Raffaela Salmaso, e il segretario provinciale, Julik Zanellato.
Giochi politici? Antonio Monesi, polesano, presidente della Monesi Bellelli Engineering, impianti di trattamento di idrocarburi, 40 milioni di fatturato e commesse in tutto il mondo, la vede così: «Le tecnologie estrattive non sono inquinanti e il problema della subsidenza è superato dalla tecnica. Statisticamente, gli impianti estrattivi hanno rischio di incidente molto inferiore rispetto al trasporto, su petroliere o treni...». Dunque? «Il referendum è contro Renzi...».