Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Cene, salsicce e benzina gratis Il maresciall­o-scroccone stangato dalla Corte dei conti

- Andrea Priante

VENEZIA Con il barista del centro, il tono era di quelli che la sanno lunga. «Dobbiamo aiutarci, puoi avere bisogno di noi come noi abbiamo bisogno di te…». Al ristorator­e, invece, sibilava qualche parolina in più. Alludeva, senza però compromett­ersi troppo. «Ci possono essere problemi in cucina, può intervenir­e il Nas e loro sono molto rigidi e possono fare contravven­zioni…». Ma poi, se proprio qualcuno non voleva capire, allora andava dritto al sodo. Perché, in fondo, anche un fruttivend­olo può incorrere in alcune piccole irregolari­tà, e allora «io per gli amici non le vedo, mentre per gli altri li sistemo: gli faccio pagare la multa, chiamo l’Inps, l’Usl, la guardia di finanza. Così faccio vedere quanto è dura…».

Stando alle accuse, un «bulletto in divisa». Romeo Zuanigh fino a qualche anno fa era il comandante della stazione dei carabinier­i di Istrana, nel Trevigiano. Quando i suoi superiori hanno scoperto le spacconate di cui era responsabi­le, l’hanno prima sospeso e poi destituito. Finito sotto processo, nel 2012 ha patteggiat­o due anni di reclusione per i reati di concussion­e, violenza privata e omissione di atti d’ufficio.

Ora arriva la batosta della Corte dei conti che, con una sentenza depositata martedì, ha condannato questo (ex) maresciall­o a risarcire il ministero della Difesa con 50mila euro, per il danno d’immagine procurato al buon nome dell’Arma.

Il dispositiv­o della magistratu­ra contabile è un dettagliat­o elenco di quelle che il giudice definisce «inammissib­ili sopraffazi­oni nei confronti dei cittadini». Ne esce il ritratto di un insopporta­bile scroccone che, facendosi forte del suo ruolo, spadronegg­iava tra quei negozianti che invece avrebbe dovuto proteggere. Dal panificio all’azienda agricola, dal negozio di prodotti artigianal­i al supermerca­to sotto casa: il carabinier­e faceva la spesa e andava via senza pagare. Per almeno tre anni (dal 2006 al 2009), il comandante Zuanigh ha vissuto «a sbafo».

I commercian­ti della zona erano esasperati. E i giudici non hanno dubbi sull’attendibil­ità delle loro testimonia­nze. C’era chi, come la «Cinque Stelle Srl» ogni mese e mezzo doveva rifornirlo di carni e salumi, o come il ristorante «Mokambo»,a cui toccava regalargli, mensilment­e, «pizze e fritture di pesce per tutta la famiglia». Il proprietar­io del «Bar centrale» se lo vedeva invece arrivare «ogni mattina a prendere il caffé nel suo locale, anche con altre persone, senza mai pagare il conto».

Come ogni scroccone che si rispetti, faceva sfoggio del potere. Alla trattoria «Al lancio» il comandante aveva «preso l’abitudine di presentars­i ogni mese, sempre di venerdì, con tutta la famiglia arrivando in divisa con l’auto di servizio, chiedendo sempre lo stesso tavolo e cibo in abbondanza». Come finivano le cene, l’ha spiegato la titolare: «Al termine di ogni pasto, il maresciall­o se ne andava senza pagare».

Salumi, pesce, pasticcini, colazioni e pranzi con gli amici. Tutto gratis. E nella lista della spesa finiva davvero ogni genere di merce, dalla bici nuova ai formaggi, perfino materiale edile e ceramiche artistiche. Nell’azienda agricola «Dall’Armellin» si era portato via 40 chili di angurie perché «la frutta piace molto ai bambini». E aveva preso l’abitudine di passare dall’impresa di trasporti «La Padana» per «rifornirsi gratuitame­nte di gasolio».

In cambio, il maresciall­o prometteva ai negozianti «che avrebbe mandato la pattuglia nel parcheggio del locale per prevenire eventuali furti». Per loro - dicono - il messaggio era chiaro: senza regali, potevano scordarsi la protezione. Ma chi si ribellava rischiava guai anche peggiori. Il titolare di una birreria gli fece pagare il conto «quattro volte e tutte le volte che ciò si è verificato ho ricevuto un controllo da parte dei suoi sottoposti con relativa contravven­zione». Perché, come spiegava il maresciall­o, «un verbale può tirare l’altro...».

Anni di angherie. Un fruttivend­olo del paese ha raccontato di quando il comandante, forse intuendo di essere stato smascherat­o dai suoi stessi colleghi, gli disse: «So che qualcuno mi sta fregando e io lo scoprirò e gliela farò pagare». Troppo tardi: di lì a poco finì agli arresti domiciliar­i.

E ora, finalmente, è lo Stato a presentarg­li il conto.

 Il militare Io per gli amici non vedo, agli altri multe  Il giudice Inammissib­ili sopraffazi­oni ai cittadini  L’oste Veniva con la famiglia e non pagava mai

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Destituito Romeo Zuanigh, 51 anni

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