Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Thiene, profanata la tomba di Miotto «Trovare e punire il responsabile»
THIENE Continua con il sindaco di Vicenza e l’assessore regionale alla formazione la scia di indignazione nei confronti di chi ha osato profanare la tomba dell’alpino di Thiene Matteo Miotto, ucciso a fine 2010, a 24 anni, durante una missione in Afghanistan. Di chi ha staccato, danneggiato e scagliato in un angolo con disprezzo la statua in ferro raffigurante una vedetta che dal 2013 vegliava sulla tomba del caporal maggiore che, come da suo volere, è stato sepolto nell’area del cimitero di Thiene in cui riposano i caduti della Grande Guerra. Dopo la deperché nuncia postata su Facebook da parte del papà Franco Miotto, che parla di «gesto di spregio» e di «scampolo di cattiveria umana», sono arrivati decine di messaggi di solidarietà e di disprezzo verso il vile gesto gratuito. Dal sindaco di Thiene Giovanni Casarotto al generale Marcello Bellacicco, vicecomandante delle Truppe Alpine che nel 2010 guidava il contingente italiano in Afghanistan. A commentare anche Achille Variati, primo cittadino di Vicenza e presidente della Provincia, che ieri ha scritto: «Un atto ignobile da condannare con fermezza ferisce la memoria di un giovane della nostra terra che ha perso la vita in missione di pace». Un atto che non deve rimanere impunito. «Mi auguro che possa essere individuato quanto prima il responsabile di questo vile gesto – ha proseguito Variati – ed esprimo solidarietà alla famiglia di Matteo Miotto, al corpo degli Alpini, alle associazioni delle Penne Nere e al sindaco di Thiene per questo atto di grave inciviltà». Non ammette scuse nemmeno l’assessore regionale all’istruzione e formazione Elena Donazzan che fa sapere: «Ho scritto alla famiglia di Matteo Miotto esprimendo vicinanza e indignazione per il gesto di vandalismo». Un gesto che però non intacca il valore eroico del caporal maggiore. «Per chi lo ha conosciuto, per Thiene e per quanti stimano gli alpini e i giovani che credono negli ideali fino a impegnare la propria vita, Matteo è e resterà uno dei figli più belli e grandi della nostra terra» continua la vicentina Donazzan. «Spero – sono ancora parole dell’assessore - che il responsabile sia fermato ed esposto alla pubblica indignazione perché tutti possano percepire la differenza tra la bellezza di Matteo, che per la sua coerenza e il suo coraggio resterà per sempre nella storia, e la meschinità di chi si è già condannato all’oblio con l’inutilità del suo gesto vigliacco».