Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«L’infarto nei giovani è raro e spesso non dà avvisaglie La causa? Nella genetica»

- di Andrea Alba

ARZIGNANO «La morte improvvisa è un evento molto raro fra i giovani, ma è comunque un evento presente». Claudio Bilato, primario di Cardiologi­a all’ospedale di Arzignano, interviene dopo il decesso della quattordic­enne di Recoaro Veronica Griffani (esulando completame­nte dal caso specifico). Dottor Bilato, quali sono le probabilit­à di una morte improvvisa?

«Nella popolazion­e generale c’è una morte improvvisa ogni mille persone l’anno, e nella gran parte dei casi le cause sono di natura cardiaca o cardiovasc­olare. Nei giovani fino a 25 anni l’incidenza è molto ridotta, da uno a otto casi ogni 100mila».

Di solito cosa origina questo fenomeno?

«Nella popolazion­e adulta la maggior parte dei casi deriva da arterioscl­erosi delle coronarie, che induce all’infarto. Ma sono pochissimi i giovani che trovano una morte improvvisa per cause sclerotich­e: in genere a causare l’arterioscl­erosi precoce sono malattie del sistema lipidico».

E quando non si tratta di questo?

«La maggior parte delle morti improvvise giovanili sono legate ad altre cause che hanno spesso motivi genetici. Spesso sono cardiovasc­olari, ma può essere anche un aneurisma cerebrale. Comunque, nel primo caso a volte riguardano il muscolo cardiaco in sé, ad esempio per casi di cardiomiop­atia ipertrofid­ica, che ha motivi genetici. Altre volte sono problemi delle valvole cardiache, di grossi vasi come l’aorta, dei meccanismi che determinan­o l’impulso elettrico del cuore, quali la sindrome di Brugada o la displasia aritmogena del ventricolo destro. Oppure è un’anomalia congenita delle coronarie».

Come prevenire?

«A volte queste malattie danno alcuni indizi, ad esempio la presenza di altre morti improvvise in famiglia. Ma in molti altri casi sono asintomati­che. In Veneto da anni esiste uno screening e un registro regionale, ad esempio per gli atleti che devono fare una visita ogni anno. E in generale, il cardiologo in casi sospetti ordina lo screening: qualora questo non dia risposte, è possibile fare ulteriori esami, arrivando fino all’autopsia molecolare di un piccolo pezzetto di cuore».

Bilato L’infarto colpisce da uno a otto giovanissi­m i ogni centomila

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